Un nostro lettore ci scrive. Progressivamente ed in modo palpabile, i mesagnesi si mostrano sempre più disinteressati alla res publica ed è, oramai, un lontano e sbiadito ricordo quel civismo che, coniugato all’azione di politici ed amministratori lungimiranti, consentì di sconfiggere la criminalità organizzata e dare avvio all’opera di ricostruzione morale e sociale della nostra città. Oggi è sotto gli occhi di tutti che la politica non ha una visione, un progetto per il futuro e tale limite finisce per rendere sempre più profondo il solco tra cittadini ed istituzioni, basti considerare che al turno di ballottaggio per eleggere il sindaco solo il 44,29% degli aventi diritto si è recato alle urne. Una politica incapace che, invece di correre ai ripari, utilizza tutti i mezzi di cui dispone per distogliere l’opinione pubblica da temi cruciali e, viceversa, punta l’obiettivo su argomenti quasi da bar dello sport. Quotidianamente si finisce, quindi, per discutere delle sorti di una pista ciclabile o, peggio ancora, delle dimensioni di una aiuola spartitraffico, ma tutti (soprattutto quelli che per censo ricevuto ricoprono ruoli di primo piano a livello comunale, regionale e nazionale) tacciono ad esempio sulle sorti di quel che resta del “fu ospedale di Mesagne” nell’imminenza dell’adozione, da parte della Regione Puglia, del Piano di Riordino Ospedaliero. O ancora, passa sotto traccia una questione che, a latitudini non molte distanti dalla nostra, genera le proteste di amministratori, di rappresentanti istituzionali e il sommovimento di intere popolazioni. Sarebbe un utile esercizio statistico conoscere quanti mesagnesi sanno che la Tap (Trans Adriatic Pipeline), il gasdotto in partenza dall’Azerbaijan con approdo a San Foca, dovrebbe arrivare sino a Mesagne per allacciarsi alla rete nazionale Snam. Eppure il nome della nostra città compare in documenti ufficiali, in articoli di quotidiani nazionali (Sole 24, Il Fatto Quotidiano, Repubblica ecc.), nella missiva inviata il 30 aprile 2015 dal Sindaco di Melendugno al Presidente della Commissione Europea, Juncker e, nonostante un recente intervento esclude che la Tap giungerà sino a Mesagne (cfr. prof. Francesco Magno “Emiliano neo satrapo”) un dato è certo: qui da noi politica e rappresentanti istituzionali fanno scena muta. Pertanto, non è dato sapere se il gasdotto arriverà a Mesagne ed in caso affermativo, quale impatto avrà sul territorio, quali terreni saranno interessati, quali plusvalenze, eventualmente, conseguiranno i proprietari e se, infine, vi saranno ricadute occupazionali ed economiche; alla faccia della tanto declamata, sbandierata ma sempre mortificata partecipazione.
Scena muta dei nostri rappresentanti istituzionali sui grandi temi
Post precedente
Piazza Commestibili: opposizioni tenute all’oscuro
Iscriviti
0 Commenti