Dopo pochi mesi dall’accesa ed aspra discussione pubblica in merito all’alienazione della masseria Belloluogo, proposta dalla giunta Scoditti durante la sessione di bilancio 2014 e bocciata dal Consiglio comunale dell’8 ottobre 2014 che accolse un emendamento presentato da NIP ed integrato dal PD (tutti favorevoli e solo quattro astenuti), il comune di Mesagne ci prova ancora a privarsi di questo importante bene monumentale. Il nuovo piano delle alienazioni e valorizzazioni del patrimonio immobiliare anno 2015, infatti, parla chiaro: la masseria Belloluogo è in vendita per una cifra certamente superiore a quella proposta lo scorso autunno ma sempre inferiore rispetto al suo pregiatissimo valore.
Ricordiamo che Belloluogo, dal punto di vista architettonico, è una masseria a corte chiusa costruita intorno al XVI secolo con torre rinascimentale con caditoia, arma araldica e loggia, rivista poi in chiave neogotica nei primi anni del 900’. L’edificio fu donato – tramite DGR 180/89 – dall’ERSAP (ente regionale di sviluppo agricolo della puglia) con una precisa destinazione d’uso, ossia per essere utilizzata quale centro di recupero e reinserimento lavorativo degli ex tossicodipendenti. Da quel momento il comune di Mesagne cercò di realizzare la struttura prima menzionata attraverso l’accesso ad alcuni finanziamenti. Un primo finanziamento fu acquisito nel 1993, circa 105 milioni di vecchie lire utilizzati solo per comprare attrezzature agricole. Un secondo finanziamento, di circa 800 milioni arrivò nel 1996 e servì per ristrutturare la Masseria. L’attività di natura sociale però non fu mai attivata! Incominciò così una lunga storia di abbandono, intervallata da un tentativo di recupero del Bene da parte della giunta Incalza, che nel 2008 effettuò una capillare pulizia finalizzata a preservarlo dal degrado. In questi ultimi anni però nulla si è mosso. Cosa sarà cambiato da ottobre ad oggi? Ci aspettiamo che le associazioni culturali e le stesse parti politiche che alcuni mesi fa insorsero contro l’amministrazione oggi, coerentemente, facciano sentire la loro voce a difesa di Belloluogo. Sollecitiamo dunque le opposizioni a predisporre un emendamento finalizzato ad impedire questa improvvida alienazione di un Bene dove è chiaro “l’animus donandi” ritenuto che la masseria Belloluogo è stato oggetto di una donazione modale, ossia di un atto di donazione legato alla realizzazione di una preciso e chiaro servizio di utilità sociale.
Il bene, a nostro avviso, potrebbe essere recuperato in vari modi o attraverso l’acquisizione di finanziamenti, ad esempio si dovrebbe verificare se vi sono bandi regionali per la valorizzazione e gestione del patrimonio artistico e culturale, ma anche attraverso progetti in financing project o con altre formule che consentano, comunque, al Bene, di rimanere della disponibilità patrimoniale della nostra città.
ed ora di chi è la colpa? non certo di Scoditti? perché vendere questa struttura di grande valore artistico e culturale ? il consiglio comunale si espresse chiaramente per valorizzarlo anche a seguito delle proteste di tanti cittadini… nemmeno il tempo di verificare la possibilità di accedere a qualche finanziamento? mah…
Iniziamo bene! Non solo non si riducono le tasse ora si vende anche il nostro patrimonio monumentale!!! Le parole le porta via il vento: il cambiamento! Qui a cambiare sono solo gli amministratori ma la musica è sempre la stessa!
Io penso che a comprarla sarà qualche amministratore! come successe x il centro storico che comprarono tutto a poche lire!!!
erano in tanti fra cittadini e associazioni che sbraitavano qualche mese per la svendita di questa struttura, ed ora che fine hanno fatto? speriamo che ci si opponga a questa scellerata operazione
Ma dove sta scritto che il Comune deve gestire una masseria, il comune deve dare servizi ai cittadini, non fare gestioni immobiliari per improbabili e solo teoriche destinazioni sociali. Accetto scommesse, tra 10 anni la masseria, se non è crollata prima, sarà come adesso abbandonata. Il comune ha già sprecato troppi soldi pubblici per lavori parziali che a distanza di anni, date le condizioni della struttura, sono andate rapidamente in degrado e si sono rivelate uno spreco inutile. La cessione sarebbe un onere in meno per il comune, e forse la sola possibilità per salvare la masseria se c’è un… Leggi di più »