Circa quaranta operatrici del Piano di Zona sanitario numero 4 ieri mattina hanno protestato dinanzi all’ingresso del Comune per chiedere le mensilità che hanno maturato ma non riscosso. Non si tratta di stipendi veri e propri in quanto molte di loro ricevono compensi di poco superiori alle 350 euro a seguito della riduzione delle ore lavorative decisa lo scorso inverno a seguito dei tagli del governo centrale.
“A marzo hanno preso poco più di 200 euro a testa – dice Vincenzo Cavallo, sindacalista della Funzione Pubblica della Cgil -. I rimborsi dei mesi di aprile, maggio e giugno non sono arrivati. Solo la cooperativa Alba, utilizzando proprie risorse finanziarie, ha pagato ai propri operatori la mensilità di aprile”.
I rappresentanti sindacali hanno incontrato hanno incontrato in forma privata il sindaco Franco Scoditti per cercare insieme una soluzione.
Le lavoratrici si sono presentate a Mesagne che è il Comune capofila dell’ambito territoriale che comprende nove Comuni della provincia. Il Distretto socio-sanitario/ambito numero 4 oltre da Mesagne risulta composto dai seguenti comuni: Cellino S. Marco, Erchie, Latiano, Sandonaci, San Pancrazio, San Pietro Vernotico.
Il Piano di Zona è lo strumento fondamentale attraverso il quale i Comuni, con il concorso di tutti i soggetti attivi nella progettazione, possono designare il sistema integrato di interventi e servizi sociali, con riferimento agli obiettivi strategici. Le lavoratrici sono impegnate con le persone anziane e con disabilità; effettuano servizi esistenti nell’ambito individuando i punti di criticità per definire interventi di accompagnamento e/o orientamento delle famiglie per l’accesso ai servizi erogati in favore di minori, anziani, giovani, nelle loro diverse forme. Svolgono interventi di sostegno familiare, interventi rivolti all’integrazione sociale in favore di gruppi di cittadini (anziani, minori, disabili) per favorire l’aggregazione e la coesione sociale; interventi di sostituzione del nucleo familiare quando lo stesso non ha la capacità o è impossibilitato ad occuparsi della gestione familiare; fornitura pasti mediante distribuzione pasti a domicilio e/o servizio mensa, assistenza e servizi a persone sole e centro di pronta accoglienza per adulti; interventi in favore di soggetti disabili psichici, ecc.
Il sindaco Scoditti si è reso parte diligente per contattare i colleghi sindaci dei Comuni coinvolti e cercare insieme una soluzione. “Siccome nessun Comune ha dato l’acconto di compartecipazione all’anno 2013, si potrebbe dare un anticipo e pagare le tre mensilità scadute”, ha concluso Vincenzo Cavallo.
Questa la strada tracciata ieri affinché ai quaranta operatori sia ridata la dignità di lavoratori.