Nell’ambito degli accordi tra Ferrovie dello Stato e il Comune di Mesagne furono individuati tre passaggi a livello da eliminare: via S. Vito, via Maroncelli e via Damiano Chiesa. L’idea di chiudere il PL di via S. Vito fu subito eliminata per la difficoltà di realizzare un sottovia per la vicinanza delle abitazioni alla strada ferrata. Nelle scorse settimane si è deciso di chiudere il PL di via D. Chiesa.
Ora, su via S. Vito dei Normanni le Fs hanno messo in vendita il casello ferroviario. Inoltre su via Udine l’abitazione dello storico fabbro, mestru Tumasi, è in vendita mentre un’altra abitazione, posta sulla destra prima del passaggio a livello andando verso S. Vito, è chiusa da anni. Nei pressi della cabina di trasformazione dell’Enel (dopo il PL andando per S. Vito), c’è un’area libera utilizzata anni addietro da un fruttivendolo e ultimamente parcheggio per clienti di un salone per parrucchiera. Non pensiamo che acquistare e demolire le due abitazioni e acquistare quell’area sia un impegno molto oneroso per il Comune. Liberando tutta la zona si potrebbe pensare ad un sottopasso carrabile che sarebbe un’opera utile per riqualificare l’intera area, le zone residenziali Torretta e Manfredonia, il rione Grutti, lo stadio di calcio, la strada per raggiungere le zone balneari sull’Adriatico, aziende di trasformazione di prodotti agricoli, la superstrada Brindisi-Taranto e il collegamento per Bari. Con un sottopasso in via S. Vito, e migliorando qualche collegamento viario, si potrebbero chiudere tutti e tre i PL che spaccano in due la città. I lavori del sottovia carrabile dovrebbe essere progettato e realizzato dalle Ferrovie dello Stato in collaborazione naturalmente con il Comune. Ma attenti. Deve essere un’opera moderna, efficiente, vivibile. Non da paesi del terzo mondo. Un semplice sottopasso, più o meno una scatola di cemento armato, munito di due corsie stradali, una per ogni senso di marcia, e di due banchine laterali. Da realizzare senza interrompere la circolazione dei treni e perché no, di notte, per limitare al massimo disagi e interferenze sul traffico.
Noi ci fermiamo qui. Sono solo ipotesi dettate da semplici impressioni visive di chi risiede da quelle parti da mezzo secolo. Possono essere valutazioni sbagliate. Non siamo tecnici. Però. C’è un però. Perché subire ed accettare passivamente quanto le Fs impongono? Le Fs non hanno a cuore le sorti di questa città. I nostri amministratori invece si. Perché non guardarsi attorno e cercare di vedere gli ultimi sottovia costruiti con nuovi criteri? Gli assessori, i tecnici comunali, i partiti (di maggioranza o di opposizione) non dovrebbero avere compito? Come si intende risolvere il pesante contenzioso con le Ferrovie dello Stato, accettando supinamente quanto impongono? Si cerchino (e/o si facciano) nuove proposte da fare alle Fs che, ahimè, non possono essere simili alla “bruttura” esistente nei pressi del cimitero o iniziata a costruire al rione Grutti? Certo denunciare è facile. Proporre è più difficile. Ma chi si propone di governare una città, chi si definisce classe dirigente di una città, può stare fermo ed accettare le imposizioni delle Fs? Chi si propone di diventare futura classe dirigente (i partiti e i consiglieri di opposizione) possono fermarsi alla denuncia senza avanzare una proposta?
Quali proposte per chiudere i passaggi a livello ferroviari
Iscriviti
0 Commenti