La scuola mons. A. Franco sta vivendo la presa di posizione del Comune di Mesagne relativamente all’istruzione pubblica paritaria ed alla volontà di determinare la chiusura dello stesso Istituto. Un istituto cattolico che porta il nome di un Vescovo mesagnese “Mons. Armando Franco” e che permette alle famiglie ed agli studenti la libertà di poter scegliere un percorso formativo paritario a quello statale.
Ecco perché si è avuta in questi giorni la crociata dei sacerdoti di Mesagne contro l’Amministrazione Comunale a difesa dello stesso Istituto e del servizio educativo che rende all’intera Città di Mesagne, garantendo la continuità per il bene comune.
Eppure, se si fosse più attenti e sensibili si comprenderebbe che lo Stato risparmierebbe oltre 500 milioni di euro l’anno se aumentasse di 100 milioni i contributi alla scuola paritaria, consentendo a più famiglie di sceglierla. Ogni euro investito nella scuola paritaria renderebbe allo Stato 5 euro di risparmio (che potrebbero essere in tutto o in parte reinvestiti nella scuola statale). E questo perché? Perché il costo per studente nella scuola statale è più elevato in assoluto e, ovviamente, molto più elevato per lo Stato rispetto al costo per studente che lo Stato versa alla scuola paritaria.
Per seguire il ragionamento, partiamo dai dati che Luisa Ribolzi, nota sociologa dell’educazione, autrice di numerosi studi sulla scuola non statale, in un recente intervento sul quotidiano online il sussidiario.net ha utilizzato mettendo a confronto il costo pro capite degli alunni nella scuola statale e i contributi statali alla scuola paritaria per l’anno 2006.
Vediamoli. Per quanto riguarda la scuola statale i costi per studente all’anno ammontano a 5.828 euro nella scuola dell’infanzia, 6.525 nella primaria, 7.232 nella secondaria di primo grado e 7.147 nella secondaria di secondo grado. I contributi alle scuole paritarie, sempre calcolati pro capite, ammontano invece, rispettivamente a 584, 866, 106 e 51 euro. Il risparmio che lo Stato realizza per ogni alunno che si iscrive alla scuola paritaria anziché a quella statale è pertanto rispettivamente di 5.244, 5.659, 7.126, 7.096 (in media, 6.281 euro in meno per alunno).
Dunque, commenta Ribolzi, non sono giustificate le proteste di chi critica i contributi che lo Stato assegna alle scuole paritarie. E non si vede, aggiunge, come lo Stato potrebbe reperire le risorse per finanziare i maggiori costi che si scaricherebbero sulla scuola statale se le scuole paritarie smettessero di funzionare.
Inoltre, “è diritto delle famiglie e degli studenti scegliere in piena libertà, e senza aggravi di spesa” un percorso formativo paritario a quello statale. Peraltro, le risorse destinate all’istruzione costituiscono, particolarmente in questo periodo di crisi “il primo e più grande investimento per la ripresa”, e perciò appare “contraddittorio e controproducente il pesantissimo taglio previsto nei confronti dell’istruzione non statale”.
Andiamo a vedere cosa succede in Europa circa le scuole paritarie come l’I.S.C. Mons. A. Franco di Mesagne.
Belgio: lo Stato paga gli stipendi del personale docente e non docente;
Francia: i contributi dello Stato francese alla scuola non statale variano a seconda del tipo di contratto che la singola scuola stipula con lo Stato, scegliendo fra quattro possibilità: 1) integrazione amministrativa: lo Stato paga tutte le spese, 2) contratto di associazione: condizione dello stato: i docenti della scuola non statale devono avere gli stessi titoli accademici degli altri docenti. Conseguenza: lo stato paga gli stipendi degli insegnanti e le spese di funzionamento. 3) contratto semplice: paga solo lo stipendio degli insegnanti. 4) contratto di massima libertà: nessun contributo.
Germania: il sistema integrato Stato/Regioni dà alle scuole non statali l’85% del salario degli insegnanti, il 90% dell’onere pensionistico, il 10% delle spese di funzionamento, il 100% delle riparazioni immobiliari;
Inghilterra: le scuole non statali si chiamano “maintained schools” . Lo Stato paga l’85% delle spese di costruzione e il 100% degli stipendi e delle spese di funzionamento;
Irlanda: a carico pubblico il 90% spese di costruzione, il 100%: scuola dell’obbligo e l’88% delle scuole superiori;
Lussemburgo: lo Stato paga il 100% di tutte le spese;
Olanda: 1) Scuola dell’obbligo: 100% di tutte le spese 2) Scuola superiore: sussidi per la costruzione e il funzionamento; 100% di tutte le spese a determinati requisiti di legge;
Portogallo: viene coperto il costo medio di alunno di scuola statale;
Spagna: lo Stato paga il 100% di tutte le spese.