Quel pezzo di ponte mai portato a termine. Sembra che rappresenti la famosa “incompiuta”. Il risultato? Il traffico proveniente da Brindisi e diretto sulla strada provinciale per S. Vito Scalo, è costretto ad entrare in città. Con tutti i problemi che inevitabilmente provoca. Invece, se lo svincolo fosse completato, sarebbero risolti molti problemi. Ma per fare questo, ci vuole volontà politica. L’incompiuta è come una cattedrale nel deserto da 20 anni. Perché? Spulciando tra i (benedetti o maledetti, a secondo i punti di vista) archivi, ricordiamo che la ditta romana che aveva vinto l’appalto indetto dall’Anas, dichiarò fallimento e la ditta mesagnese, alla quale aveva dato il sub appalto, non fu saldata delle sue spettanze per cui si vide costretta al fermo dei lavori quando mancava davvero poco. Da allora nessuno si è più interessato per completare quello svincolo, con il risultato che non esiste un collegamento diretto da Brindisi con l’Adriatico (Apani), Torre Guaceto, con le contrade lungo la strada provinciale per S. Vito Scalo, è di collegamento con la statale 379, con aziende conserviere, strutture ricettive, ristoranti, B & B, stadio, la Polveriera della Marina Militare, Depuratore dove si recano camion oggi costretti ad entrare nel centro abitato, ecc. Sotto il ponte, approfittando del buio pesto, in questi venti anni, si è fatto di tutto: posto dove assumere sostanze stupefacenti, punto di ritrovo per coppiette, scarico di rifiuti, ecc. E dire che per il completamento dello svincolo – da informazioni assunte presso gli addetti ai lavori – non servono somme ingenti.
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