Mimmo Consales, sindaco di Brindisi, non ha accantonato l’idea di una mega-provincia del Salento e sta mettendo a punto la strategia da adottare prima che il decreto venga convertito in legge. Intanto dal primo gennaio saranno soppresse le giunte provinciali e a guidare la difficile fase di transizione rimarranno soltanto il presidente e tre consiglieri delegati per cui non ci saranno più i commissari.
«Continuo a non accettare la soluzione adottata», dice Mimmo Consales. Tranne Fasano che ha già scelto l’area metropolitana di Bari, molti degli altri 18 comuni del Brindisino hanno deliberato per l’accorpamento con la provincia di Lecce. «Se questa soluzione dovesse essere accettata – dice Consales -, come potrebbe la città di Brindisi, che a quel punto non confinerebbe nemmeno più con il territorio tarantino, essere accorpata alla provincia ionica?».
Consales non si arrende e per lunedì mattina, alle 11, ha convocato tutti i sindaci del brindisino a Palazzo Nervegna. Ancora una volta, proverà a portarli dalla sua parte per la sottoscrizione di un documento con il quale chiedere al governo centrale la costituzione della super-provincia Brindisi-Lecce-Taranto. «Non ci sarebbe nemmeno il problema di scegliere il capoluogo – aggiunge -, visto che Lecce rimane tale e, in quel caso, sarebbe il territorio più grande fra i tre».
A Lecce come la pensano su questo proposta? «Il territorio sarebbe troppo ampio – dice il presidente della Provincia Gabellone -, con vocazioni troppo diverse. La scelta più naturale sarebbe invece che Lecce accorpasse tutta la parte sud-occidentale del Brindisino, inclusa la città di Brindisi».
Gianni Florido, presidente della Provincia di Taranto, già fantastica sul nome da dare alla nuova provincia distesa tra Ionio e Adriatico e lancia il nome di Brita (Brindisi-Taranto).
Nella foto di repertorio, un incontro dei sindaci del brindisino.