(di Maria De Guido) Oggi Renato Curcio è un editore e un saggista. Ma il suo nome manda ancora in tilt ideologico chi non si è mai attivato per elaborare quel tassello di storia italiana che divampò con violenza dalle ceneri della Resistenza. Vennero gli anni Sessanta, nacque quel patto che la storia ricorda col nome di Brigate Rosse. Curcio ne fu il capo carismatico di prima generazione. Una “scelta” che per volontà degli stessi sodali si sciolse in carcere alla fine degli anni Ottanta, superata dai cambiamenti sociali intervenuti nel Paese. Quando Renato Curcio raggiunge la saletta del seminario dedicato al lavoro sociale, nell’ex ospedale Di Summa a Brindisi, ha l’aria di un professore di liceo in pensione. La domanda di apertura sfronda la rosa degli argomenti trattabili: la categoria degli operatori sociali è una tipologia di lavoratori o l’espressione di una qualche forma di volontariato? La risposta è da ricercare nelle pagine della storia sociale e legislativa italiana; in particolare dagli anni Settanta ad oggi, dalla nascita di figure sociali nuove – che polarizzano l’attenzione più sulla relazione solidaristica e meno su qualla terapeutica – fino al conio di termini come “imprenditoria sociale” e “banca etica”. Curcio parla di paradossi, con chiarezza da esperto definisce concetti come il dispositivo di differenziale economico. Perché in un Paese dove terzo settore e associazionismo suppliscono da sempre alle carenze di servizi sociali, il risultato è che quelle piccole ma significative realtà che ancora si interrogano sul proprio ruolo sono messe alle corde dalle potenti fondazioni bancarie che sempre più spesso si sostituiscono alle funzioni dello Stato. In quello che si identifica come un solido connubio tra potere politico locale e quello finanziario, per nulla celato. Oggi di Armando – primo nome di battaglia di Curcio, in ricordo dello zio operaio ucciso dai fascisti – non è rimasto nulla, almeno in superficie. L’ex brigatista rivendica, ma solo quando non può farne a meno, di aver pagato fino in fondo il suo conto con la giustizia. Vive del suo lavoro di socioanalista, si è sposato in seconde nozze con Marita Prette e hanno una figlia. Lui, condannato all’ergastolo anche se non ha ucciso nessuno ma riconosciuto colpevole di concorso morale in omicidio, si preoccupa di “raccontare il mondo con sguardo diverso”. Si porta addosso un fardello enorme e non pronuncia mai, neanche come iperbole, la parola “rivoluzione”.
Renato Curcio al seminario tematico organizzato da “I segni di Teti”
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“…Lui, condannato all’ergastolo anche se non ha ucciso nessuno ma riconosciuto colpevole di concorso morale in omicidio, si preoccupa di “raccontare il mondo con sguardo diverso….”.
Chiamarlo mandante, no?
“…Si porta addosso un fardello enorme e non pronuncia mai, neanche come iperbole, la parola “rivoluzione””.
Qualche famiglia priva del padre… ma forse erano solo poliziotti.
Cara Maria,
scrivi e comunichi divinamente ed a te mi rivolgo perché interceda con il Dr Curcio affinché in un futuro prossimo chieda semplicemente perdono per i crimini di cui è stato giudicato responsabile.
Questo gesto qualificherebbe e darebbe il vero significato al “Diamoci una mano”.
un abbraccio
Augusto Guarini
– …interceda con il Dr Curcio affinché in un futuro prossimo chieda semplicemente perdono per i crimini di cui è stato giudicato responsabile. Questo gesto qualificherebbe e darebbe il vero significato al “Diamoci una mano”.- Certo che un livello più basso anche in questa campagna elettorale era semplicemente inimmaginabile: collegare certi fattacci di “casa propria” a una parentesi storica che comunque; per tutti, è stata chiusa nelle aule dei tribunali, almeno in questo caso, e tutte le VOSTRE domande, cari nomi appuntati o altisonanti; o capolista, senza il beneficio del dubbio le dovreste formulare lì: non si pensa che in… Leggi di più »
per forza… Hey ROBERTO scritto in caratteri cubitali… ma tu chi sei? che vuoi? chi sei per poter suggerire altro carcere (fuori dai contesti dove sono già state decise queste cose) a uno che ha scontato la sua pena? tra le tante cose senza batter ciglio se dobbiamo trovare per forza le differenze, un giustizionalista a metà mesagnese forse? allora sei un film già visto, le tue lezioni di diritto da comprare possono anche non interessare. Buona serata e ricordo che di problemi da risolvere ce ne sono già tanti, queste su altri siti vengono segnalate notizie inventate e prive… Leggi di più »
Mi scuso per il maiuscolo (non era a caratteri cubitali) Gentile Anonimo, non mi sembra che io abbia mai proposto altro carcere o possa essere accusato di giustizialismo, o abbia dato lezioni di diritto; probabilmente quello che ho scritto non sarà interessante come il suo intervento. Rimane, tuttavia, il dato inconfutabile che a fronte di Italiani morti senza alcuna colpa (a meno che lei non consideri colpa essere alle dipendenze della Repubblica Italiana), esiste un uomo che ha sulla coscienza (non è il solo) quelle morti e che per il loro rispetto, una volta scontata la pena comminata da altri… Leggi di più »
“Parlare” con lei… e con alcuni suoi “colleghi” qui non in calce è come darsi una zappata addosso, visto che non l’ha fatto non le chiede nessuno ancora la qualifica: avrebbe dovuto già farlo semmai avesse voluto esporsi,leie gli altri da cui si dovrebbero attingere linee guida.
Ad ogni modo in Italia (anche per come la vede lei) uno che ha scontato la sua pena non è più un mandante: e la legge vale per tutti la sua “legge” e quella da interpretare secondo qualcuno sotto non interessa a nessuno, nei fatti.
Ognuno di noi, ha il suo metodo per trovare delle risposte a tanti interrogativi che la vita ci pone, le risposte io le trovo nei vari testi delle canzoni di Bob Dylan, Joan Baez, De Andrè, Bennato, Avitabile ecc. Per quanto riguarda il terrorismo, e mi rivolgo a quella generazione che ha solo sentito parlare, senza andare a scavare il perché di quel periodo, la risosta, anzi una elle tante risposte, la si può trovare nel testo più censurato dell’ epoca avente il titolo : IO SE FOSSI DIO (1980) e cantata da Giorgio Gaber. La risposta ? eccola :… Leggi di più »
Ciao Giuseppe, ogni tanto c’incrociamo: anche io vorrei fare un piccolo commento fra tanti scrivani e lettori che in questi giorni hanno parlato e sparlato sui socialNet. Ognuno di noi nella vita può sbagliare per carità , aggiungo che potrebbe succedere pìù di qualche volta.Io non voglio entrare nei meandri e nei cavilli di quella bruttissima e dolorosa parentesi storica, potrei sbagliare qualche cosa e non voglio correre questo rischio.Di una cosa però sono certo….la politica deve essere trasparente a volte anche dura e pura ma tutto si può risolvere senza violenza.Non condivido assolutamente il Gaber,non parteggio e non giustifico… Leggi di più »
Questo è un oltraggio ad Aldo Moro certo un Paese che va al contrario conviene essere brigatisti allora, dattegli pure una Medaglia al valore
Ma andate a fare nculo . siete senza dignità è senza patria
Vale la prima parola gentile “oltraggiatore” in questo caso il primo click – come vedi non sei invisibile, se non ai tuoi occhi e ma quando fai queste cose devi metterci la faccia, altrimenti rimani solo a metà avevo scritto in un precedente commento che visto lo sfoggio di anonimato, il direttore di questa testata era autorizzato a fornire la mia mail solo ai diretti interessati – visto lo sfoggio del coraggio suddetto in tutte le direzioni lo ritiro anche perché si sono già viste delle persone che invece di rispondere in secondo grado, hanno aspettato in tempi passati ed… Leggi di più »
Ho dovuto limare il commento. Per cortesia non è questa la tribuna dove litigare!
Questo è un oltraggio ad Aldo Moro , certo un Paese che va al contrario conviene essere brigatisti allora, dattegli pure una Medaglia al valore
Ma andate a quel paese siete senza dignitá ė senza patria
Se questo signore avesse,mai,qualcosa da insegnarmi,VIVA LA SANTA IGNORANZA!!!
E ci rimanga ignorante… ci muoia pure! visto che è sulla volenterosa strada, ma al prossimo giro si preoccupi di non ostentarlo con un nome che dice “tutto…” ma in realtà non dice niente: semmai genera solo confusione; quella che le serve o servirà a qualcuno, dietro la quale le sue parole e quelle di qualche suo collega; (che però collega non è da nessuna parte…) valgono esattamente niente visto che non sono dignitosamente supportate. Perchè voi “illustri” seguaci del niente; vi siete preoccupati di dare del terrorista (sparando nel mucchio) a chi suo malgrado ha PURE fatto da servizio… Leggi di più »
penso che si possa impiegare meglio il tempo anzichè organizzare eventi in cui si vede protagonista questo signor Curcio.
se poi vorrà chiedere scusa per i crimini commessi dalle BR allora sarà il benvenuto a Mesagne.