Ieri sera Renato Curcio, presentato da Maurizio Portaluri, nell’auditorium del castello Normanno Svevo ha parlato del suo ultimo libro “Il pane e la morte”, una specie di scambio, baratto “salute-lavoro” avvenuto negli anni 60 (ma sempre attuale con il polo energetico) nel polo industriale di Brindisi. Un libro di analisi della vera storia di questo territorio che aveva altre vocazioni, nato non in una redazione o presso una casa editrice, ma in un cantiere; un libro frutto del
racconto di quelle persone che hanno vissuto sulla loro pelle quella esperienza. Fonti importanti perché – ha detto l’autore – della vicenda quelle persone hanno una precisa visione che – ha onestamente aggiunto – non vuol dire che sia la verità. Ma sono, tuttavia, un punto di partenza serio con cui qualcuno, prima o dopo, dovrà fare i conti. Un’analisi – quindi – che prende forma da luoghi collettivi dove si confrontano sguardi diversi di quella esperienza che sono stati i poli industriali nell’Italia del dopo guerra. Un incontro, dopo un iniziale momento molto agitato risolto prontamente dall’addetto comunale in servizio presso l’auditorium, voluto dall’associazione di promozione sociale “I Segni di Teti” perché questo libro, che sta girando negli altri poli industriali dove ci sono stati analoghi problemi, a Brindisi è stato poco discusso. Brindisi dove negli anni 60 fu deciso di reinvestire un capitale industriale in profonda crisi; una scelta non casuale, non per risollevare il Mezzogiorno d’Italia, ma studiata perché essendo allora l’Italia divisa in gabbie salariali, il profitto sarebbe stato maggiore a Brindisi dove un operaio costava quattro volte meno del collega di Porto Marghera.
ci sarebbe da chiedere a Molfetta se siede in maggioranza oppure all’opposizione..visto che neanche lui lo sa!
fa una lista con gente all’opposizione…poi siede nella maggioranza per facendo un progetto di opposizione..
mi pare che il suo slogan sia “la poltrona prima di tutto”..
Grande, Giovanni