Nel corso delle prime ore odierne, Personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Mesagne, coadiuvato dalle Squadre Mobili delle Questure di Brindisi e di Bari, dal Reparto Prevenzione Crimine di Lecce e dall’Ufficio di Polizia di Frontiera con una unità cinofila antidroga, ha portato a primo compimento l’Operazione convenzionalmente denominata “Civico 20”, notificando dieci provvedimenti di custodia cautelare, sottoponendo a custodia cautelare in carcere sette persone ed agli arresti domiciliari altre tre (fra le quali otto cittadini residenti in Mesagne, un brindisino ed un barese), ottemperando all’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi. Tutti i destinatari delle misure cautelari sono stati ritenuti dal giudice gravemente indiziati dell’avvenuta consumazione di più reati di detenzione e commercio illecito di sostanza stupefacente (venduta anche a minorenni) e SALATI Ettore (classe 1969), SALATI Ettore (classe 1973) e LEUZZI Carmelo, pure di furto in abitazione.
Si tratta di
SCHINGARO Simone (detto “Pinuccio u Sghign”), cinquantunenne,
PASIMENI Americo, quarantaseienne,
PAGLIARA Andrea, trentacinquenne,
SALATI Ettore, quarantaquattrenne,
SALATI Ettore, quarantottenne,
LEUZZI Carmelo, quarantottenne,
PIGNATELLI Vittorio, quarantaquattrenne,
SALATI Rossana, quarantottenne,
MELACCA Davide, trentasettenne,
PETARRA Bruno, trentaseienne.
L’intensa attività investigativa condotta dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Mesagne, iniziata nel corso del mese di agosto 2016, ha consentito di conseguire i primi risultati ad aprile di quest’anno, quando è emerso in modo evidente l’abuso di sostanze stupefacenti da parte di giovani assuntori, tra cui minorenni, e lo sconforto di molti genitori che si sono sentiti impotenti al cospetto del coinvolgimento dei propri figli nel vorticoso “giro” di sostanza illecita concentrato nel Centro storico di quel Comune, dove il susseguirsi di case disabitate, diroccate o seminterrate (spesso di ignota proprietà) erano diventato luogo privilegiato di esecuzione del traffico da parte di delinquenti senza scrupoli (alcuni dei quali già notissimi alle Forze dell’Ordine ed all’Autorità giudiziaria per i loro precedenti, molteplici e specifici). L’attività illecita era organizzata con l’impiego di sentinelle dotate di turni di servizio e incaricate di avvisare i correi della presenza delle Forze dell’Ordine. Le indagini (condotte anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali e con rilevatori satellitari GSM e microcamere) hanno permesso agli investigatori di “inserirsi” stabilmente nello svolgimento della vita quotidiana di quella porzione del Centro storico e di svelare l’operatività dei malviventi dediti alla detenzione e al commercio di sostanze stupefacenti tipo Hashish e Marijuana e di “fotografare”, senza pericolo di smentita, il modus operandi che permetteva di lucrare illecitamente ai danni della salute degli assuntori, spesso adolescenti. Fornitore principale delle sostanze che da Bari erano portate in Mesagne era SCHINGARO Simone, detto “Pinuccio u Sghign”, già condannato per partecipazione ad associazione finalizzata al traffico illecito di sostanza stupefacenti, sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale della pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno in Bari. Quasi quotidiani erano i suoi incontri (accertati) con PASIMENI Americo nel capoluogo barese, e, al ritorno da Bari, sostava qualche minuto presso la sua casa di campagna, ove custodiva la “roba” fino al momento della successiva cessione ai “venditori al dettaglio”, cosicché, in data 12/4/2017, a riscontro dell’attività in corso, perquisendo quella casa gli inquirenti hanno rinvenuto e sequestrato 24 panetti di sostanza stupefacente tipo Hashish per un peso complessivo pari a 2.406 grammi, con conseguente arresto in flagranza di PASIMENI. Altro fornitore della sostanza stupefacente che da Brindisi giungeva in Mesagne era MELACCA Davide, brindisino, che annovera precedenti penali per reati contro il patrimonio e resistenza a pubblico ufficiale. Significativo, fra gli altri, è un brano d’intercettazione riportato dal giudice nella propria ordinanza, dove si legge, all’esito di un rifornimento di “erba albanese” giunta a PASIMENI e PETARRA Bruno: “…questa cazzo di Erba Albanese pure per provare quanto cazzo ne usciva… Così se fai già 100 gr… pure che ne uscivano come devo dire 20-30 gr. di quello là che si vende per dire a 15 a 20.. da 100 Euro ne fai uscire 4-500 Euro” (uno dei rari casi in cui non è stato utilizzato il linguaggio convenzionale “calciobalilla”, “coso”, “asciugamani”, “CD”, per indicare la droga. Deposito principale e laboratorio per il confezionamento delle sostanze in dosi da commerciare al dettaglio era un locale seminterrato ubicato al “civico 20” della Via Mauro Capodieci, di ignota proprietà e, dunque, occupato e illecitamente utilizzato dai predetti SALATI, dei quali quello classe ’69 era unico detentore delle chiavi di accesso e che, quando intento nell’attività di confezionamento, si dichiarava impegnato a “fare la legna”. Anche in quel deposito-laboratorio il Personale del Commissariato di Mesagne, in data 12/4 u.s., aveva fatto irruzione sequestrando 1.526 di sostanza stupefacente tra Hashish e Marijuana, ed il materiale utile per il confezionamento. Nell’abitazione di SALATI Rossana (sorella di ETTORE classe ’73), ubicata all’angolo fra Via M. Capodieci e Vico dei Moneo, avvenivano spesso anche le consegne agli assuntori. A qualche decina di metri dalla “base logistica” principale (il seminterrato) e confinante con il “deposito” secondario (l’abitazione di SALATI Rossana), era ubicata la “piazza di spaccio” a cielo aperto (nell’intersezione tra Via Mauro Capodieci, Piazzetta dei Ferdinando e Vico dei Moneo): lì i venditori al dettaglio avevano organizzato un supermercato attivo tutto il giorno e ormai divenuto molto conosciuto nell’ambiente, oltre che frequentato anche da acquirenti (pure adolescenti) provenienti da fuori Provincia. Le operazioni di oggi hanno consentito di sequestrare pure 36.500 euro tra denaro contante e titoli bancari, sui quali sono in corso accertamenti. Ai sensi dell’art. 5, 2° co., D. l.vo 20/1/2006, n. 106 -secondo il quale “Ogni informazione inerente alle attività dalla procura della Repubblica deve essere fornita attribuendola in modo impersonale all’ufficio ed escludendo ogni riferimento ai magistrati assegnatari del procedimento”-, non è qui menzionato il nome del sostituto procuratore della Repubblica che ha diretto le indagini sfociate nell’odierna operazione; anche in questo caso, però, la precisa conduzione delle attività di polizia giudiziaria e l’attenzione giuridica con cui il magistrato ha vagliato ogni utile elemento indiziario ne hanno messo in luce l’elevata professionalità. Il presente comunicato stampa è divulgato con il solo fine di mantenere rapporti con gli organi di informazione ai sensi dell’art. 5 D. l.vo 20/2/2006, n. 106 e di garantire la corretta informazione dei cittadini e l’esercizio del diritto di cronaca in ossequio all’art. 6 del Codice etico della Magistratura ordinaria adottato con deliberazione del Comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati del 13/11/2010; ogni altra parola, diversa da quelle qui contenute, attribuita dalla Stampa o da altri mezzi di comunicazione di massa a questa Procura della Repubblica, dovrà essere ritenuta non realmente proveniente da me, che reggo l’Ufficio. Ulteriori dettagli sulle operazioni ancora in corso saranno forniti dal Dirigente il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Mesagne che le ha condotte, durante una conferenza stampa convocata per le ore 11.00 odierne in quell’Ufficio della Polizia di Stato.-
SONO DAVVERO CONTENTO PER QUESTA BRILLANTE OPERAZIONE..SPERIAMO CHE COME SI DICE IN QUESTI CASI “BUTTANO LA CHIAVE”. Complimenti oltretutto alle famiglie dei ragazzi che hanno dato il loro sostegno ai figli e alla polizia!,continuate a ripulire mesagne,ne abbiamo bisogno!da cittadino ringrazio
Penso che a memoria d’uomo uno schifo del genere non si sia mai visto e sentito, se non per episodi che guardacaso chiamano in ballo minorenni e guardacaso si perdono negli anni ma i nomi di quelli che si fa fatica a farli accettare anche dietro le sbarre sono sempre gli stessi!
Fossi in te mi vergognerei del fatto che la politica, MESAGNESE… non ha MAI preso una distanza NETTA da certi soggetti e in alcuni casi; anche questo, chi li difende è lo stesso che siede e che in più ha sgomitato per sedersi sugli scranni del comune.
Non si può avere il peide in 2 scarpe, a Mesagne oramai questa è un’abitudine!