(di Teresa Dimida) “Finché morte non vi separi” recita una frase nelle celebrazioni matrimoniali. Ma la morte non separa, rende più delicati i legami, più nostalgici e, in certi casi, addirittura più intensi perché cogliamo la misura di ciò che avevamo e abbiamo perso. Il 21 ottobre di due anni fa ci lasciava don Donato Panna, sacerdote. Punto. Si’, punto e basta. Superfluo aggiungere aggettivi, perché credo che quella parola contenga già in sé tutto ciò che deve accompagnare chi, in onestà e verità, ha risposto alla “chiamata” e le è rimasto fedele negli anni. In questo senso don Donato è stato semplicemente un sacerdote! È comunque utile soffermarsi su questa parola e, in qualche modo, aprirla. Mi aiuta in questo, Afraate,”saggio persiano”, vissuto tra il 270 e il 345, ritenuto uno dei primi padri della Chiesa. Descrive così gli umili. “Sono semplici, pazienti, integri, retti, esperti nel bene, prudenti, sereni, sapienti, pacifici, misericordiosi, benevoli, profondi, ponderati, amati, belli e desiderabili”. Mi chiedo:”Possibile che conoscesse già don Donato?” Perché lui era tutto questo! Lui era il contrario di “persone il cui apparire è strepitoso, ma con una sostanza umana e spirituale pressoché nulla!” (Monsignor Ravasi). La sua “facciata”, modesta e umile, racchiudeva una grande spiritualità che trovava il suo culmine nelle celebrazioni liturgiche “vissute nella compostezza del suo sguardo sul mistero che viveva senza distrazione, ad occhi socchiusi. Non ci si improvvisa maestri dello Spirito senza una frequentazione della comunione con lo Spirito Santo! Le sue giornate erano piene di una sorta di fioretti francescani, compiuti nella radicalità evangelica con la testardaggine coerente del discepolo obbediente. Obbedienza in piedi, anche verso i superiori, come don Primo Mazzolari”. Così parla di lui monsignor Angelo Catarozzolo nella testimonianza che ci ha lasciato, lui che lo conosceva molto bene. Che dire ancora per capire come si può essere sacerdote. “Modesto, schivo, mansueto, riservato, misurato” . Ma sono aggettivi che, secondo alcuni linguisti, sono ormai desueti, non li usiamo più perché abbiamo difficoltà ad attribuirle alle persone. Sono termini ormai diventati rari. Rari, appunto, come certi sacerdoti! Grazie, don(o)Donato!
l’addio a don Panna
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