Il pm Maurizio Saso, al termine dell’udienza di ieri pomeriggio, ha rimesso in libertà Marco e Giuseppe Vignola, padre e figlio di Carovigno. Cadono, pertanto, anche le denunce a piede libero di tutti i componenti della famiglia Vignola. Per il gip del Tribunale di Brindisi, al momento, i fatti non sussistono e, pertanto, cadono i gravi indizi di colpevolezza previsti dalla legge per sottoporre un indagato alle ristrettezze della custodia cautelare. I due Vignola erano stati arrestati ai domiciliari al termine di una perquisizione condotta dai carabinieri di Carovigno e di Mesagne che avevano trovato due quintali di marijuana. L’avv. Luca Marzio, difensore di Marco e Giuseppe Vignola, ieri in udienza ha presentato gli esami di laboratorio che attestato che la Cannabis era coltivata a livello industriale dall’azienda agricola di Marco Vignola che attestano il basso livello di Thc e quindi il rispetto dei limiti di legge. Secondo il legale si tratta di sostanza utilizzabile per scopi terapeutici, alimentari ed altri usi e non di sostanza stupefacente.
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