Le Rappresentanze Sindacali Unitarie della Centrale Edipower di Brindisi hanno scritto al Direttore Generale Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia, al Dirigente Ufficio Scolastico Territoriale di Brindisi, alla preside Maria Santina Faggiano Semeraro della scuola media Materdona-Moro, ai sindacati territoriali, agli organi di stampa e, per conoscenza al Sindaco di Mesagne, per contestare l’iniziativa scolastica tenuta il 21 febbraio 2014 presso la scuola “Materdona-Moro” di Mesagne di proiettare il film “Il giorno che verrà” che – hanno scritto – altro non è che la propaganda politica sottoforma di film-documentario dell’associazione “No al Carbone”, costituita da attivisti dediti al fondamentalismo ambientale che divulgano disinformazione sull’ambiente e sostengono tesi politiche contrarie allo sviluppo industriale, in particolare alla produzione di energia da fonti fossili. La stessa associazione risulta essere rappresentata politicamente all’interno del Consiglio Comunale di Brindisi da esponenti che ne sostengono le tesi.
“Apprendiamo, dagli alunni delle classi 3° della scuola media Materdona Moro, che nella mattinata del 21 febbraio u.s. dalle ore 09.00 alle ore 11.00, si è svolta un iniziativa consistente nella proiezione del film “il giorno che verrà” della durata di circa 1 ora e di un successivo dibattito con gli alunni tenuto da tre illustratori, alla presenza del regista del film stesso. Desideriamo sottoporre alla vs. attenzione alcune riflessioni sulla bontà e l’opportunità della iniziativa di cui ignoriamo il promotore nell’ambito scolastico. Non crediamo che queste manifestazioni ricadano nel novero della corretta informazione socio-educativa. Ci risulta, inoltre, che nel corso della stessa presentazione siano state utilizzate forme di violenza verbale nei confronti degli alunni-interlocutori che dovrebbero far riflettere i responsabili di tali iniziative. Difatti, un vecchio cartello apparso nel filmato che riportava la scritta “Addestramento cani B.” è stato illustrato come significativo dell’epiteto “cani Bastardi, come le persone che nascondono la realtà!”. Illustrando le centrali elettriche come assolutamente inaccessibili e luoghi di chissà quali misfatti. I destinatari di questa lettera, per i ruoli scolastici che ricoprono, sanno bene che la verità è l’esatto contrario, per il numero di scolaresche che annualmente visitano a scopo didattico le centrali elettriche.
Lo sconcerto continua quando, alla opportuna domanda di alcuni alunni sul futuro dei lavoratori che operano all’interno delle centrali elettriche in caso di chiusura, è stato risposto: “…anche i contadini sono stati cacciati dai loro terreni per costruire le centrali!!”. La discussione prosegue con il terrorismo psicologico contenuto nella diffusione di dati di morti per neoplasie e nascite con malformazioni addebitate all’inquinamento dovuto alla centrali elettriche; anche questi dati sono da ritenersi quantomeno discutibili, visto che al momento nessun Organismo Sanitario Istituzionale ha certificato simili concause dirette (diversamente gli Organismi preposti sarebbero intervenuti pesantemente ) e il tutto è ancora oggi oggetto di disquisizioni scientifiche di opposti pareri. Ciò nonostante, i dati vengono strumentalmente presentati come rilievi oggettivi, provocando disinformazione, mirata a rafforzare posizioni “politiche” che nulla hanno a che vedere con un sano ed equilibrato dibattito sullo sviluppo economico/industriale del territorio che da tempo si sta sviluppando e che tiene conto, anche nelle proposte, di una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale.
Se quanto esposto dovesse risultare realmente accaduto, forse qualche domanda dovremmo porcela su quali insegnamenti riserviamo ai nostri figli. I movimenti e le associazioni di tipo estremo e settario, spacciati come attività culturali, continueranno ad avere libero accesso alle scuole dei nostri figli per imbonirli? Giova forse ricordare, che la produzione di energia, l’ambiente, la qualità dell’aria, delle acque e del mare sono materie sottoposte a vincoli legislativi e ad organi di controllo, che fino a prova contraria esistono e svolgono il proprio ruolo di tutela della salute pubblica. E’ in questo senso che, forse, dovremmo veicolare l’insegnamento ai nostri figli, al rispetto della legalità riconoscendo agli organi preposti il ruolo di controllo diffidando dagli isterismi associativi”.
Rsu Edipower: il film “Il giorno che verrà” è terrorismo psicologico
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