MESSAGGIO ELETTORALE Sempre la stessa storia e in completa distonia con la realtà , una parte consistente di Mesagne vota politici che poi disprezza. Da quando avevo 18 anni che mi interesso di politica locale, in quanto ho sempre avuto una passione per l’associazionismo i quanto ho sempre provato piacere ad incontrare nuova gente con cui confrontarmi e per quanto mi è stato possibile prestare un servizio alla comunità! Ricordo la mia prima campagna elettorale da candidato consigliere, affiancato da una donna straordinaria, molto conosciuta a Mesagne come “’Ncetta di Saletta” mia Nonna! Devota dello scudo crociato, entravo nelle case di amici e parenti con lei che mi annunciava neanche fossi un candidato Onorevole uscente, che tempi…
Purtroppo però da subito ho potuto constatare come tanti cittadini di Mesagne utilizzavano e utilizzano il voto come una sorta di “acceleratore di diritti”, un modo – a volte l’unico – per ottenere ciò che altrimenti sarebbe difficile, se non impossibile raggiungere. Per intenderci: ci si rivolge al personaggio di turno per chiedere, talvolta elemosinare favori. Per pietire ciò che bisognerebbe avere per diritto.
E quindi un giovane candidato prima e meno giovane oggi è sistematicamente schiacciato da personaggi che non per passione o capacità politica ma per la professione svolta ordinariamente hanno sempre contribuito all’equivoco culturale del diritto/favore.
Ma è ormai difficile far passare questo messaggio, anche tra gli elettori più giovani. Sembra tutto molto semplice, ma è difficile far comprendere a chi si sente depauperato e privato di ogni cosa che il modo migliore per recuperare brandelli di diritti non è svendere il proprio voto per un favore. È tanto più difficile perché spessissimo ciò che l’elettore si trova costretto a chiedere come fosse un favore, sarebbe invece un suo diritto, il cui adempimento non è impedito, ma è fortemente (e a volte artificiosamente) rallentato dal mal funzionamento delle Istituzioni. Qui non si sta parlando di persone che truffano o di comportamenti sleali, ma di chi ha difficoltà a vedersi riconosciuta una pensione di invalidità necessaria a sopravvivere, o l’assegnazione di un alloggio popolare piuttosto che un posto in ospedale cui avrebbe diritto. Lo stesso accade talvolta per l’ottenimento di una licenza commerciale o per poter ottenere i premessi necessari alla apertura di un cantiere. Diritti riconosciuti dalla legge il cui esercizio, da parte del cittadino, necessita di una previa mediazione politica. E la politica di questo si è nutrita. Di questo ricatto. Ribadisco: non sto parlando di chi non merita, di chi non ha i requisiti, di chi sta forzando il meccanismo legale per ottenere un vantaggio, ma di chi avrebbe un diritto e non è messo in condizione di goderne.
Tu vuoi che questo muro di gomma ostacoli ancora una volta la volontà di rinnovamento, giovando nell’urna sempre e soltanto il vecchio politico e la vecchia politica, o vuoi coltivare la libertà, il bene comune sostenendo Antonio Calabrese
Vincenzo Marino portavoce italia in comune -Mesagne
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