Abbiamo incontrato un mesagnese di ritorno per la Festa Patronale. Sergio Diviggiano (nella foto con la moglie Sandra), 68 anni, trapiantato a Roma da mezzo secolo. Nel 1968 partecipò ad un concorso per vigile urbano indetto da Comune di Roma. Lo vinse e si trasferì nella capitale. Da qualche anno è in pensione dopo aver raggiunto il grado di Vice Comandante del 17° Gruppo della Polizia Locale di Roma Capitale. Sergio, torna ogni anno a Mesagne dalla quale non ha mai staccato le radici. Anzi, la signora Sandra è innamorata della nostra città e non perde occasione, appena il lavoro glielo permette (anche lei é ufficiale della Polizia Locale di Roma Capitale), per tornarci. Sergio è un assiduo lettore di Mesagnesera, cordone ombelicale che lo tiene legato a Mesagne e a quella villa comunale nei pressi della quale abitava. I giovani di oggi non lo conoscono. I meno giovani lo ricordano molto bene perché Sergio in quegli anni di grande fermento sociale nel mondo e, quindi, anche in Italia e a Mesagne (la rivoluzione sessuale con l’emancipazione della donna, i movimenti giovanili, il sindacalismo di massa, rivoluzioni nel mondo dell’arte e della musica) era il batterista del complesso musicale Gli Anonimi. Era il 1968, l’anno della contestazione e a Mesagne fiorirono molti gruppi musicali. Ieri sera al termine della chiacchierata abbiamo fatto omaggio a Sergio del libro “Il Vento del Sessantotto” della collana Novecento, edito Manni, scritto qualche anno fa dalla Scuola media Aldo Moro su progetto della preside Maria Luisa Sardelli. Nel libro ci sono alcune foto rigorosamente in bianco e nero anche degli Anonimi. Sergio in quegli anni, assieme a Germano Fasano (chitarra solista), Pino Mattia (chitarra accompagnamento), Angelo Guarini (basso e voce solista) e Cosimo Canuto (tastiere ed armonica a bocca) cantava “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”.
Nelle due foto sopra Gli Anonimi di ieri e quelli di oggi.