Ieri l’on. Gianluca Aresta, unitamente al collega on. Giuseppe L’Abbate ed al Presidente del Comitato “NO ENFITEUSI” della provincia di Brindisi, hanno incontrato un docente della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bari, Ordinario della Cattedra di Diritto Agrario, per studiare una soluzione condivisibile riguardante l’enfiteusi perpetua che grava su numerosi immobili e terreni dell’Alto Salento. L’Enfiteusi è una antichissima forma di contratto tra grandi proprietari terrieri e i piccoli contadini, che prevedeva il pagamento di un canone a carico del contadino, il quale in cambio poteva vivere del frutto del suo lavoro applicato a quella terra, di solito incolta o naturalmente migliorata dai sacrifici del contadino stesso, ottenendo un pagamento di un canone annuo in denaro o in prodotti alimentari (canone enfiteutico). Si tratta di accordi sostanzialmente risalenti ai primi anni dell’Ottocento. Ciò consentiva comunque al contadino di vivere con dignità. Da qualche anno, alcuni tra gli aventi diritto hanno riattivato la richiesta dei canoni, come non si vedeva da 60 anni circa; con la differenza che oggi già il costo del lavoro necessario alla coltivazione, per altro, in una situazione di crisi dell’agricoltura, a cui si aggiunge un gravoso sistema di tassazione generale, non consente al contadino di trarre alcun beneficio dalla terra.
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