(di Andrea Tenore, a sinistra nella foto) La campagna elettorale sprofonda in un desolante personalismo.Come annunciato peraltro. Affrontare il livello politico è rischioso, svelerebbe che le opposizioni di oggi sono figlie delle alleanze di ieri e prefigurano gli accordi di domani. Smaschererebbe l’ipocrisia di una classe politica di centrosinistra che da 20 anni ha il potere e che attraverso il trasformismo si mantiene in vita. Oggi ci viene chiesto di votare contro Toni, personificazione del male e del clientelismo. Ce lo chiede Pompeo già alleato di Toni. Ieri ci è stato chiesto di votare contro Ninni e allearci con la destra, per combattere il male e il clientelismo del PD. Ce lo chiedeva Toni oggi alleato di Ninni. Avanti ieri abbiamo votato contro Gino, candidato del centrodestra, ce lo ha chiesto il centrosinistra tutto. Ce lo siamo ritrovati portavoce del centrosinistra al giro successivo. Una interminabile soap opera di serie B, ripetitiva e con attori scadenti, la cui regia è diretta a spostare l’attenzione dei cittadini da problemi drammatici.
Il primo problema si chiama reddito, e ha un figlio dal nome ancor più preoccupante, emigrazione. Mesagne si svuota, e dei suoi cittadini più giovani, capaci e intraprendenti: non ci sono opportunità. Dobbiamo riscoprire il nostro valore di comunità, agricola, commerciale, turistica, e ripartire dalle fondamenta del vivere comune. Immaginare una nuova identità e costruire assieme il nostro futuro, a partire dal centro storico, dal paesaggio, dalla comunità.
Il secondo problema si chiama ambiente e salute, schiacciati in mezzo ad un micidiale asse del male, la grande industria tossica di Taranto e Brindisi. Minacciati da Xylella e Tap. Dobbiamo salvaguardare la salute pubblica e difendere il nostro territorio, che è la sola possibilità di riscatto economico e sociale.
Il terzo problema si chiamo clientelismo, una cappa spessa che fa degradare nella sudditanza i tanti e trasforma in boriosi padroncini i pochi. Chi oggi ci fa un “favore”, ieri ci ha sottratto un diritto. Quello che ci spetta va rivendicato a testa alta e senza avvilire la nostra dignità.
Questi temi li troveremo ipocritamente e a lettere cubitali nei prossimi programmi elettorali. Ma con la credibilità di una banconota da 15 euro. Chi ha votato 9 decreti salva Ilva in 5 anni, la TAP, autorizzato le trivellazioni entro le 12 miglia dei nostri mari, diventerà paladino dell’ambiente. Chi ha precarizzato, eliminato l’articolo 18, votato la Fornero, tagliato i servizi, chiuso gli ospedali, steso il tappeto rosso alla grande distribuzione, sarà difensore dei deboli. Chi ha esibito senza ritegno il proprio potere, costruito corti di personaggi adulanti in cerca di favori, si trasformerà nel custode della morale e strenuo difensore del merito. E se proprio la pantomima non regge, resta sempre da agitare lo spauracchio della destra: non si può lasciare il paese ai salviniani, ai fascisti, poco importa se continuando a tradire i bisogni popolari alle prossime amministrative Salvini ce lo ritroviamo al 50%.
Oggi più che mai è necessario riportare il dibattito a Mesagne su un livello pubblico e politico. Ci vuole la politica. Ci vogliono immaginazione, passione, onestà, capacità, visione. Qualità lontane da chi si pone oggi come alternativa a se stesso, in una rappresentazione della realtà a proprio uso e consumo, fino al prossimo giro di carte.
Andrea ha concluso la sua analisi inserendo una foto del castello di Mesagne capovolto.
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Lei ha perfettamente ragione, ci vuole la politica. Ci vogliono immaginazione, passione, onestà, capacità, visione. Se lei ritiene che questo manchi a chi oggi si propone per il governo della città, perché non si propone o non partecipa in qualche modo alla stesura e definizione dei programmi? Non è assolutamente una provocazione e sarebbe molto scontato e svilente che così fosse inteso il mio invito. Sono convinta che tante belle e giovani intelligenze del nostro territorio possano davvero contribuire alla risoluzione dei problemi che lo attanagliano, grazie alle tante competenze di cui sono depositari. Purtroppo chi si espone e si… Leggi di più »
No, per carità! 🙂