Quest’anno i carabinieri si apprestano a festeggiare il bicentenario della fondazione dell’Arma. Lo storico mesagnese Enzo Poci, assieme al prof. Cosimo Greco, mesagnese, docente al Politecnico di Torino, sta conducendo una ricerca per una “Breve storia dei Carabinieri a Mesagne” da pubblicare in occasione di tale anniversario. Questa la sintesi di un capitolo.
E’ ben noto che gli eroi portano con sé fama indelebile ed un alone di gloria, ma quanti nel corso della storia sono stati quelli che nel silenzio e ignoti ai più, hanno lottato per un’idea o sono giunti a sacrificare la propria incolumità e la stessa esistenza per vedere un’impresa compiuta e per onorare a un dovere. A questi eroi – pilastri dell’umanità – è obbligo fare omaggio, quell’omaggio a suo tempo reso dal comitato cittadino di Mesagne, consacrando alla memoria perenne una lapide con epigrafe e fotografia di un giovane carabiniere nel Cimitero comunale, sulla facciata laterale della Tomba della Confraternita Maria Santissima della Croce[1]. Mesagne, grande borgata rurale distante quattordici chilometri da Brindisi, era importante per il brigadiere Domenico Destefano, poiché essa era la “piazza” nella quale egli era stato chiamato a svolgere la sua missione quotidiana di difensore dell’ordine pubblico a tutela dei suoi cittadini.
Nato in Reggio Calabria il 3 settembre 1889 da Demetrio e Maria Praticò, il giovane sottufficiale faceva i suoi progetti per il futuro: a Taranto aveva conosciuto una giovane con la quale sognava di creare una famiglia, ma il destino avrebbe disposto diversamente, come narra la cronaca apparsa nell’articolo della “Provincia di Lecce” del 22 maggio 1921 che ci è stato gentilmente fornito dal dott. Alessandro Laporta, direttore della Biblioteca Provinciale di Lecce. Questa pacifica e tranquilla cittadina è ancora sotto la dolorosa impressione del grave delitto avvenuto otto giorni fa, 13 corr.
Il brigadiere Domenico De Stefano che da pochi giorni reggeva questa stazione di RR.CC., con l’appuntato Cosimo Gazza si era portato sulla strada che mena a San Donaci per un servizio di appostamento. Mentre fermava un traino carico di olio, frutto di un audace furto, impegnava con i conducenti una terribile colluttazione: uno dei trainanti gli tirava tre colpi di rivoltella colpendolo all’inguine e allo stomaco; l’infelice dopo un’ora cessava di vivere. E’ stato già assicurato alla giustizia un tale […], mentre gli altri sono latitanti.
La cittadinanza è rimasta profondamente addolorata per la tragica fine dell’ottimo bravo brigadiere che della sua Calabria era figlio coraggiosissimo e nutre fiducia che la giustizia saprà vendicare questa vittima del proprio dovere. A lui sono stati resi solenni onori, imponente manifestazione di spontaneo e sentito affetto; commosso atto di profondo cordoglio è stato quello di martedì al valoroso milite che pieno di vita e di speranze era per raggiungere l’ideale della sua vita, giacché era fidanzato a una signorina di Taranto. Le più belle rose di maggio, raccolte dalle nostre fanciulle, cadevano sulla bara da tutti i balconi, da tutte le finestre, da mille mani protese verso il corteo che attraversava le principali vie del paese. L’inconsolabile fidanzata, straziata dal dolore, seguiva il feretro mirando impietrita le foglie che il zefiro della sua triste primavera portava lontano!…
Precedeva il clero al completo con i PP.CC., indi il feretro portato a spalla da quatto compagni dell’arma; i cordoni erano tenuti dal pretore, dal sindaco, dal tenente colonnello dei carabinieri, dal presidente della Società Operaia, Antonacci, dal presidente della Congregazione di Carità; seguivano la rappresentanza della Legione dei Carabinieri di Bari; della R. Marina; un plotone di artiglieria; di fanteria di stanza in Brindisi; il rappresentante della Sottoprefettura, i rappresentanti Società Operaia, Associazione Combattenti Mutilati di Guerra, Società Agricola, Cooperativa dei Lavoratori, Società Indipendente, Circolo Giovanile, Società dei Luigini, Società Cattolica, Scuole elementari maschili e femminili col corpo insegnante, Suore di Carità, Suore di sant’Antonio con alunne, rappresentanza delle Ferrovie dello Stato, tutti con bandiere e corone, ed infine il maresciallo De Toma, compagno dell’Estinto, ed una interminabile calca di popolo riverente e commosso.
Il corteo, dopo di avere attraversato il corso Epifanio Ferdinando, giunto in piazza Municipio, sostò alla Cattedrale dove ebbe luogo una solenne funzione. Sulla scalinata della Chiesa il sindaco a nome della cittadinanza, porse, con parole commosse, l’estremo saluto all’Estinto, indi un giornalista di Reggio Calabria diede piangendo, il salute, a nome della città natale, ed in ultimo il tenente colonnello dei carabinieri, rievocando i meriti del bravo giovane così barbaramente ucciso, porse il saluto commosso dei compagni. Il corteo riordinatosi, attraversando Piazza V. E. giunse al cimitero, ove furono pronunziati altri commoventissimi elogi».
L’Amministrazione Comunale di Mesagne volle essere vicino al lutto che aveva colpito l’Arma dei Carabinieri, deliberando le Onoranze funebri all’eroico brigadiere a spese del Comune di Mesagne, “visto che nella notte del 13 maggio u.s. il brigadiere di questa stazione dei RR.CC. Destefano Domenico rimaneva vittima per opera di alcuni noti pregiudicati, che credevansi scoperti in una delle tante operazioni di furto che continuamente commettevano. Considerato che detto benemerito milite lasciò la sua vita nell’adempimento del proprio dovere, e per assicurare quanto più gli era possibile la sicurezza del paese; visto l’unanime compianto di tutta l’intera popolazione, ed interpretando la sua volontà, espressa anche da persone autorevoli all’uopo da essa incaricate, [la Giunta] all’unanimità delibera che le onoranze funebri al suddetto brigadiere siano a carico del Comune, ed all’oggetto ne liquida le spese occorse che in totale ascendono a lire 1.239,10”. Nelle spese compare anche la doppia cassa, ricoperta di zinco, destinata a dare riposo alla salma del povero brigadiere.
Il 19 maggio 1921 il sottoufficiale fu deposto nella Tomba della Confraternita Maria Santissima della Croce (Confraternita ti lu Ritu) nel Cimitero di Mesagne e provvisoriamente tumulato, per essere riesumato e finalmente trasferito nel cimitero di Reggio Calabria, la sua terra natale, il 20 marzo 1927. Ancora oggi sulla facciata esterna di quella Tomba nel Cimitero di Mesagne, che per pochi anni ne ha accudito le spoglie, la sua immagine fotografica invita il passante a sostare in un minuto di raccolto silenzio e a leggere le accorate parole che nella epigrafe sottostante i cittadini di Mesagne vollero consacrate a un giuramento militare, onorato con il prezzo della sua giovane vita da Domenico Destefano, valoroso brigadiere dell’Arma dei Carabinieri.
[1] Per il 4 novembre 1921 un comitato cittadino deliberò che, nell’occasione della consacrazione del Monumento ai Caduti, fosse scoperta la lapide al brigadiere Domenico Destefano che “sacrificò il supremo bene della sua giovane esistenza alla tranquillità e prosperità delle nostre esistenze e dei nostri averi”.