“Mentre i cittadini vengono spremuti fino all’osso dalla Giunta Scoditti fra Imu, mini Imu e Tarsu si abbuonano le penali, circa 30.000 euro, alla ditta che ha consegnato i lavori della Villa Comunale con diversi mesi di ritardo”. E’ quanto scrive il portavoce e responsabile appalti pubblici di Progettiamo Mesagne, Raffaele Depunzio che, tra l’altro, ricorda quanto dichiarò il sindaco Scoditti quando, rispondendo alle opposizioni in merito all’interrogazione sul rifacimento della villa comunale., sostenne solennemente che “a seguito della Determina dirigenziale n. 359/2013, con cui venne definito il termine ultimo contrattuale e precisamente il 21 luglio 2013, non sono intervenuti ulteriori provvedimenti autorizzativi. Infatti il RUP […] ha calcolato una relativa penale. Per l’applicazione della stessa, la Stazione appaltante sta valutando la sua definizione”. Invece, leggendo la delibera n. 19 del 2014, si apprende che la penalità alla ditta appaltatrice per la ritardata consegna dei lavori è stata totalmente azzerata. “Tra le motivazioni riportate – spiega Depunzio – scopriamo che in realtà i lavori sono stati consegnati nei tempi previsti e che il ritardo finale è stato legato solo ed esclusivamente ai lunghi tempi di consegna dell’erbetta sintetica da posizionare nell’area attrezzata a giochi”. Il portavoce di Progettiamo Mesagne si chiede “cosa spinge un’Amministrazione a confezionare un atto pubblico palesemente mendace? Quali accordi torbidi sono stati raggiunti fuori le sedi istituzionali?”.
E aggiunge: “A nessuno di noi piace infierire sulle imprese che lavorano e producono occupazione, soprattutto in questo momento di crisi profonda, ma purtroppo ci ritroviamo a dover contestare la linearità dell’azione amministrativa del Sindaco e della sua giunta, che si è caratterizzata, ancora una volta, per dissennatezza e per sperpero di risorse pubbliche”. E si chiede quanto sono costate quelle due piccole piazzole, fra i costi diretti (corrispettivo contrattuale), aggiuntivi (successiva rimozione delle barriere architettoniche) e quelli occulti (penalità abbuonate)? Ipotizza centomila euro. Naturalmente senza gara d’appalto.
Conclude: “Chiediamo al sindaco di riflettere profondamente sul suo operato, ora che è arrivato al punto di smentire persino sé stesso! E lo invitiamo a chiarire, una volta per tutte, chi è che guida realmente la città, avendo colto in questo atto deliberativo una mortificante sottomissione a scelte prese fuori dal contesto istituzionale. Ma non potendo contare su di un responsabile gesto di grande umiltà, possiamo solo sperare di non assistere almeno più, in futuro, ai “sofferti” piagnistei sulle sorti della città, come se ciò che è oggi Mesagne non fosse il risultato delle sue scelte”.
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