Addirittura, gli istituti potranno farsi prestare denaro a costo inferiore allo zero purché i quattrini finiscano alle imprese. Un mondo capovolto, si ottiene un prestito e pure del denaro in cambio. Ma tutto sta nel grado di fiducia delle imprese nella ripresa… I rendimenti del risparmio saranno, se possibile, ancora più bassi. In cambio, sarà più facile chiedere soldi in banca, sia per le imprese che per le famiglie che vorranno accendere un mutuo. Gli istituti di credito faranno meno soldi sui titoli di Stato in portafoglio, ma potranno prestare denaro a rischio zero. Non a caso, la Borsa ha premiato ieri i titoli del credito. Ma tutti, risparmiatori, lavoratori e pensionati sono in qualche maniera coinvolti dalle misure prese da Mario Draghi. Vediamo come e perché. I risparmiatori prima vista sono i più svantaggiati. Gli interessi sui titoli di Stato, già sotto zero (vedi asta Bot a 12 mesi Del 10 Marzo), non si riprenderanno per un bel po’. In compenso, l’ombrello della Bce si è esteso anche ai bond delle imprese dell’area euro. Sarà possibile, perciò, comprare obbligazioni di buona qualità con un rendimento decisamente più elevato rispetto ai Btp e con un rischio contenuto, grazie al paracadute Bce. Certo, chi oggi detiene bond corporate con rendimenti fino al 7%, sa che in futuro potrà sognarsi tali rendimenti. In compenso, l’iniezione di liquidità permetterà di guardare con più fiducia alla Borsa, meglio se attraverso uno o più prodotti del risparmio gestito, a partire dai fondi. Anche i titoli bancari, a giudicare dal boom dei prezzi in Borsa, ne dovrebbero trarre giovamento. Ma il condizionale è d’ obbligo. La frenata delle quotazioni di Piazza Affari nel finale di seduta dimostra che i compratori, scottati da troppe fregature non si fidano. Per chi ha già un mutuo cambia ben poco. Solo i clienti (pochi) che hanno in corso un finanziamento agganciato al tasso di rifinanziamento della Bce potranno approfittare del calo dallo 0,05% a zero. Una magra soddisfazione: la rata su un mutuo con debito residuo di 100 mila euro scenderà di circa 4 euro. Diverso il discorso per chi il mutuo lo deve ancora accendere. Dopo le mosse della Bce le condizioni saranno senz’ altro le più favorevoli di sempre. Ma occhio all’ inflazione zero, un nemico insidioso per chi fa debiti. Due consigli: meglio i mutui a lungo o lunghissimo termine (protetti dalla ripresa dell’inflazione); occhio ai meccanismi di indicizzazione per non avere brutte sorprese. I tassi di interesse, già ai minimi, sono stati tagliati con il machete. La banca centrale non ha agito solo, come sul tasso negativo sui depositi, che passa da -0,3% a -0,4% per scoraggiare il parcheggio della liquidità a Francoforte. A sorpresa scende dallo 0,05% allo zero tondo il tasso di rifinanziamento principale, quello applicato alla maggioranza delle operazioni. Infine, cala dallo 0,30 allo 0,25% il tasso di rifinanziamento marginale che regola i prestiti a brevissimo termine.
Tassi zero della Bce: che vuol dire?
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