Lunedì 24 giugno 2017, sono le ore 15,45 circa, quando una persona di sesso maschile, col viso semi coperto da occhiali da sole e cappellino, penetra all’interno di un compro-oro di Brindisi nel quartiere Commenda e, brandendo una pistola, tenta di rapinare quell’esercizio commerciale, ma il colpo non riesce. Il soggetto lascia quei locali e si da alla fuga. La Squadra Mobile di Brindisi visiona le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza, si vagliano diverse piste investigative. Le indagini risulteranno particolarmente laboriose, ma alla fine, gli investigatori raccoglieranno un utile quadro indiziario che sarà rimesso alla locale Procura della Repubblica. Il 33enne Luigi Blasi, già in carcere per altra causa, è stato raggiunto dagli investigatori in Istituto Penitenziario – nella mattinata di sabato 18.11.2017 – per la notifica del provvedimento restrittivo in argomento. Inoltre il 29 giugno 2017, a Lecce, era stata rapinata una nota gioielleria e nella mattinata del successivo 30 giugno 2017, concentrando le attenzioni su alcuni sospettati, sempre gli investigatori della Squadra Mobile brindisina sottoponevano a perquisizione sia le pertinenze che l’abitazione del Blasi. Riposti all’interno di una busta di plastica a sua volta occultata in mezzo a materiale di risulta, gli operatori della Mobile rinvenivano numerosi monili in oro che recavano ancora la targhetta della gioielleria rapinata a Lecce il giorno prima. Il Blasi veniva sottoposto a fermo di indiziato di delitto. Analoga misura precautelare del fermo di indiziato di delitto, nel pomeriggio dello stesso giorno 30.06.2017, veniva adottata dagli investigatori a carico di un complice. Anche nei confronti di quest’ultimo, gli indizi raccolti convergevano per ritenerlo, al pari del Blasi, presunto partecipe al fatto delittuoso in danno della gioielleria leccese. Quel fermo, adottato d’iniziativa dai poliziotti, veniva poi convalidato dal G.I.P per quanto concerne il menzionato complice, ma non convalidato, per assenza dei presupposti del pericolo di fuga, per ciò che attiene il Blasi. Non di meno, a carico di entrambi – per l’azione delittuosa ai danni della gioielleria di Lecce – veniva adottata la misura cautelare del massimo rigore e cioè quella della custodia in carcere.
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