Al fine di salvaguardare i nuovi manti stradali in rifacimento in questi mesi l’Amministrazione comunale ha l’Acquedotto Pugliese, l’Enel, Telecom Italia, Fastweb, Rete Gas ecc. alla stretta osservanza dei regolamenti vigenti in materia. L’articolo 4 del Disciplinare “Cavi su strade di recente realizzazione o di recente bitumazione” prevede che nel momento in cui «è prevista la rottura del suolo pubblico in sedi stradali, la cui pavimentazione sia stata eseguita da non più di un anno dalla data della richiesta, o trattasi di nuova strada eseguita da non più di due anni, non si dovrà intervenire per rattoppi ma il ripristino dovrà essere esteso all’intera carreggiata e la larghezza del rifacimento non dovrà essere inferiore a 1,5 metri. Per le rotture eseguite sui marciapiedi di qualsiasi genere, la rottura stessa sarà riferita a tutta la larghezza del marciapiede e il materiale da usare per la rifinitura dovrà essere concordato con l’ufficio». L’articolo 5 “Realizzazione di nuove strade” prevede, invece, che «salvo casi imprevedibili o di assoluta e riconosciuta urgenza da parte dell’Amministrazione Comunale, non sarà accordata alcuna autorizzazione per rottura del suolo stradale entro un anno dalla ultimazione dei lavori stradali sopra indicati». Inoltre lo stesso Disciplinare ricorda che «gli attraversamenti vanno ripristinati con particolare cura in modo da non costituire ostacolo, per cui i ripristini devono essere sufficientemente allargati onde evitare sobbalzi ai veicoli in transito. In ogni caso l’allargamento minimo non deve essere inferiore ad 1,5 volte la larghezza del cavo richiesto».
Ma il problema – da sempre – non sta nella normativa che esiste ed è anche molto chiara. I guai iniziano quando chi emana le norme le fa poi rispettare.
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