“Dateci la forza di cui abbiamo bisogno per combattere il fenomeno della mafia”. Questo il messaggio lanciato ieri sera dalla dott.ssa Rosalba Cotardo, vice questore e Dirigente del Commissariato di polizia di Mesagne, in occasione della seconda giornata di “Liberiamoci dall’oscurità”, organizzato dall’associazionismo mesagnese in piazza Orsini del Balzo. All’incontro , introdotto da Antonio Calabrese, hanno partecipato il vicario foraneo don Pietro De Punzio, Fabio Marini e Paride Margheriti, presidenti delle associazione antiracket e antiusura di Mesagne ed Oria. Per discutere del fenomeno della associazione mafiosa e per “Liberarsi dell’oscurità”, i mesagnesi si sono disposti a cerchio quasi per tenersi per mano, unirsi, stare insieme, perché solo stando tutti insieme ci si può liberare di un fenomeno sociale occulto che continua ad esistere in un territorio ancora ferito.
“Per liberarsi del fenomeno mafioso bisogna conoscerlo, bisogna conoscere la storia – ha detto la dott.ssa Cotardo che ha spiegato come sia cambiato il modus operandi. “Prima era basato su una struttura verticistica piramidale a capo della quale c’era il boss che impartiva regole che dovevano essere rispettate. Oggi c’é il federalismo mafioso, non si sono azioni eclatanti, rumorose, che tengano accesi i riflettori sulla città, per cercare di tenere lontane le forze dell’ordine. Commercianti di loro iniziativa contribuiscono finanziando il fenomeno. La sicurezza – ha gridato – non è un bene delegato alle forze dell’ordine, alla magistratura, alle istituzioni, ma é un bene comune e tutti siamo chiamati ad essere sentinelle di legalità”.
Mesagne ha fatto molti passi avanti. Per fortuna gli anni 80 sono lontani. Ma c’è bisogno ancora di lavorare tanto in un territorio “dove consenso occulto ancora c’è”, ha spiegato Fabio Marini che ha portato numerosi esempi di come spesso si viene incontro al mafioso. Don Pietro, partendo dal fallimento dell’Osservatorio della legalità, ha la speranza che “ il percorso di formazione non si è fermato”. “Il mafioso è anche colui che offre un aiuto per soddisfare un bisogno. Una situazione che viviamo ancora a Mesagne. I mafiosi adescano giovani di ogni fascia sociale abbagliati dai soldi facili. L’attenzione deve essere alta: la scuola la famiglia la chiesa, le prime agenzie educative, devono tornare in prima fila perché i veri valori scarseggiano”. Tante sono ancora le vittime del racket e dell’usura. “Le vittime consapevoli e quelle non consapevoli. Chi chiede un oggetto, è estorsione. Molto diffusa in Mesagne e Oria l’usura, e le vittime non denunciano”.
Tutti siamo chiamati ad essere sentinelle di legalità
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Secondo me e sbagliato andare CONTRO la mafia.
Io penso che bisogna andare PER la liberta’