Matteo Belardi (nella foto), giovane liceale mesagnese, cinque anni fa, carico di buoni propositi e tante speranze, si iscrisse al liceo scientifico della “sua” Mesagne.
“Questi anni – dice – sono volati per alcuni motivi, ma sono stati lunghi e penosi per molti altri. Il 3 luglio avrei dovuto sostenere l’esame orale della tanto agognata maturità, ero pieno d’ansia e di timore, mi sentivo preparato, ma anche dispiaciuto per il voto degli scritti che non era stato corrispondente alle aspettative, volevo dare il meglio di me, per me stesso e per i miei genitori”.
La prima candidata di quel giorno era una privatista. Al termine del colloquio,un docente commissario interno, ha avuto da ridire. Non si è capito più niente, hanno litigato. “Poi è arrivato il mio turno – continua Andrea – e quel commissario interno è andato via perché non si sentiva bene. E’ successo di tutto e noi stavamo lì ad aspettare e ad assistere ad uno spettacolo indecente e indecoroso, il giorno dell’esame di maturità! Il presidente, dopo due ore di attesa, ha deciso di sospendere gli esami per quel giorno. E io, che avevo già firmato e mi sentivo il protagonista di un film surreale, ho pensato di essere proprio uno sfigato!”.
Il mattino dopo Andrea era una “pezza”, ma era il primo. Ancora un po’ di pazienza e sarebbe tutto finito. Il docente che il giorno prima era andato via e per il quale avevano parlato di un sostituto, era lì. Io mi sentivo confortato da questo; in fondo era stato il suo insegnante per tre anni. Ma hanno ripreso a litigare e dopo altre due ore di attesa, finalmente Andrea è stato chiamato per sostenere l’esame. “Nell’aula il silenzio era tombale. Il docente si è scatenato perché per dimostrare al presidente che bravo insegnante è, mi ha chiesto di tutto. Il mio esame di Stato è stato un incubo, uno squallore, proprio come la scuola che ho frequentato per 5 anni: il liceo scientifico “Epifanio Ferdinando” di Mesagne (e pensare che il titolo del mio percorso è stato: “le radici”.……).
Andrea va giù duro. “Una scuola dove i ragazzi non sono tutti uguali, dove pochi insegnanti amano la disciplina che insegnano e gli studenti sono costretti ad andare a ripetizione, dove chi dovrebbe occuparsi dell’educazione, della crescita e della personalità degli alunni riesce spesso solo a dare cattivi esempi, dove i voti, quelli migliori, raramente sono meritati, e quasi sempre sono di chi li pretende o di chi ha genitori che contano”. E continua: “Il liceo di Mesagne è una scuola di paese dove alcuni insegnanti hanno piantato le tende e sanno tutto di tutti, fanno il bello e il cattivo tempo, non si mettono mai in discussione per riflettere seriamente sul loro operato e sul fatto che hanno distrutto una scuola. Ci sono senz’altro degli insegnanti degni di questo nome, ma troppo pochi per mandare avanti un Liceo. Perché non si interrogano sul motivo che spinge tanti ragazzi mesagnesi a trasferirsi, durante il corso di studi, in altri licei oppure a iscriversi direttamente: sono convinti di essere bravissimi, anzi i migliori insegnanti della provincia.
Nella mia scuola i ragazzi arrivano bravi e nel giro di due anni sono distrutti nella personalità e nelle aspettative di formarsi una cultura e di crescere in un ambiente sano e stimolante.
Si possono scrivere enciclopedie intere sui fatti della mia scuola, sulle ingiustizie perpetrate ai danni di ragazzi che hanno il difetto di essere figli di gente normale oppure perbene, che nella scuola crede, che ha rispetto degli insegnanti.
All’inizio dell’anno il nuovo dirigente aveva scritto ai docenti, agli alunni, ai genitori e al personale Ata, una lettera augurale per l’anno scolastico 2012/13, una lettera piena di belle parole e buone intenzioni che piacque molto agli alunni e ai genitori. Si invitavano i docenti ad amare i loro alunni, ad insegnare col cuore. Ma quale cuore? Ci sono insegnanti aridi come ossi di seppia, altri ai quali non vorresti assomigliare mai.
La nostra scuola sta morendo, è un peccato perché come ha detto il dirigente nella lettera che ho citato prima, essa rappresenta una realtà importante per la nostra città, ma quella che io ho frequentato non si può chiamare scuola perché la scuola è un luogo in cui i ragazzi studiano, vivono, crescono serenamente e soprattutto dove sono valorizzati e amati e questo certo non si può dire della mia scuola. La prova di questo è il fatto che alla fine degli esami di maturità i ragazzi sono tutti scontenti e questo qualcosa significa! Allora è giusto che i ragazzi di Mesagne si spostino verso Brindisi o Francavilla che sono evidentemente delle realtà scolastiche diverse.
Alla fine dell’anno le solite ingiustizie e hanno dato solo a chi volevano loro. La valutazione si sa è personale, ma al Liceo di Mesagne è molto personale!
I miei professori hanno riferito a mia madre, alla fine dell’anno scolastico, di avermi messo voti risultanti dalla media matematica. A fine anno la media matematica? Non ho mai sentito che alla fine dei cinque anni il voto dell’ammissione è il voto matematico, ma del resto non dovrebbe esserlo mai nemmeno quello della fine di ogni anno, la valutazione finale si chiama infatti sommativa per questo o no? Perché somma tante cose, cioè tutti i comportamenti, i saperi , le competenze, quello che ero e che sono diventato e anche quello che diventerò!
All’esame i miei professori non hanno saputo tutelarmi e tenere a bada chi ha creato il problema, non c’è stata la serietà e il clima adatti allo svolgimento dell’esame. Perché non hanno tenuto conto delle condizioni in cui il mio esame si stava svolgendo e perché hanno rovinato uno dei giorni più importanti della mia vita. Ed io che ero convinto che si trattasse di una cosa seria”.
Andrea non conserverà un bel ricordo dei cinque anni di liceo. “Il bellissimo ricordo lo avrò sempre però di tutti i bei rapporti di amicizia che ho costruito anche grazie al mio carattere aperto e solare. Grazie anche al Presidente della Commissione esaminatrice degli Esami di Stato, una persona preparata dalle grandi doti umane e professionali, e ai commissari esterni”.
E conclude: “L’uomo è nato libero e ovunque è in catene”. Così dice Rousseau a proposito della condizione umana e io ho citato questa frase nel mio compito d’italiano all’esame finale, ignaro del fatto che avrei vissuto in prima persona un’esperienza così negativa all’esame orale durante il quale mi sono sentito un prigioniero”.
Anche io vado allo scientifico di Mesagne e solo 4 professori hanno un cuore, agli altri non importa se hai studiato ma di chi sei figlio!
grazie a Pino Messe e un grande al coraggio di questo ragazzo che ha voluto mettere nero su bianco ciò che accade nel ns liceo da decenni ormai,auguro che chi è stato protagonista e chi no ne faccia tesoro perchè purtroppo ovunque ormai è cosi lo dico con rammarico..un grosso in bocca al lupo ragazzi tocca a voi cambiare il mondo
“Una scuola dove i ragazzi non sono tutti uguali, dove pochi insegnanti amano la disciplina che insegnano e gli studenti sono costretti ad andare a ripetizione, dove chi dovrebbe occuparsi dell’educazione, della crescita e della personalità degli alunni riesce spesso solo a dare cattivi esempi, dove i voti, quelli migliori, raramente sono meritati, e quasi sempre sono di chi li pretende o di chi ha genitori che contano”. questa è pura diffamazione che svaluta chi, come me, ha sudato 5 anni per avere un buon voto. Concordo sulla necessità di denunciare l’accaduto, ma eviterei di pronunciare parole che generalizzano in… Leggi di più »
Ciao Matteo sono la mamma di una ragazza che si è diplomata quest’anno al commerciale di Mesagne. Mi spiace sul serio x ciò che hai dovuto sopportare e ti siamo vicini.. Ma sappi che non è solo lo Scientifico ad avere problemi seri con professori e alunni o altro succede anche al Commerciale tutto questo ed è una vera vergogna. Noi genitori lasciamo i nostri figli con i docenti x 6 ore al giorno 6 giorni alla settimana e 8 mesi. Ma con delusioni allucinanti nn da parte dei ragazzi ma da parte dei docenti. Cmq sappi che nn saranno… Leggi di più »
A me questo pare piu’ un tentativo di giustificare una performance non adeguata all’esame orale. Di sicuro puo’ non risultare appropriato che due docenti abbiano uno scambio di opinioni di fronte all’esaminando, ma l’opinione di questo ragazzo esaspera secondo me l’accaduto. Ritengo difficile generalizzare quanto accaduto tra due persone estendendo infamie a tutto il corpo docente dell’Istituto in questione.
Caro Matteo, non mi meraviglia che ciò che dici sia stato frainteso o che si sia spostata l’attenzione su altro (lo sfogo, l’insoddisfazione del voto, addirittura l’indagine…), distogliendola dalla questione che poni che è più complessa e richiede considerazioni diverse: la relazione pedagogica tra l’insegnante e l’alunno, con tutto ciò che essa significa per la crescita dell’adolescente e la formazione della sua personalità e della sua cultura. Tu chiami direttamente in causa l’operato degli adulti, i loro comportamenti e i loro giudizi, ma spesso noi adulti non vogliamo dar conto del nostro operato ai giovani, soprattutto quando siamo investiti di… Leggi di più »