Gentilissimo Direttore, ho letto con particolare attenzione il comunicato del Partito Democratico che denunciava, in occasione della settimana europea della mobilità sostenibile, “l’immobilismo” della Amministrazione comunale. E’ legittimo che nella dialettica tra maggioranza ed opposizione quest’ultima non perda occasione per stigmatizzare i limiti e le mancanze di chi è stato chiamato a governare e, tuttavia, su un tema così importante il Pd ha, innanzitutto, il compito di indicare e costruire insieme alla città una seria proposta di mobilità sostenibile per Mesagne.
L’argomento non è di poco conto, anzi esso rappresenta il punto nodale per lo sviluppo di tutte le comunità ivi compresa la nostra. Ci sono esperienze significative di città che sono letteralmente risorte grazie ad una efficace politica sulla mobilità urbana (cfr. per tutte su internet Rai tre “Presadiretta” puntata del 21.09.2014). Le inchieste giornalistiche citate unitamente ai pareri di economisti, urbanisti e sociologi indicano la mobilità sostenibile come il principale volano per il rilancio economico, sociale, culturale dei territori.
Per queste ragioni se il PD, quando arriverà il momento, intende candidarsi alla guida città deve, nelle more, essere in grado di produrre iniziativa politica e progetti di reale cambiamento sollecitando con le sue proposte, l’Amministrazione comunale affinché, come in questo caso, si adoperi per la redazione, in tempi ragionevoli, di un “Piano per la Mobilità Urbana” da cui partire per poi stabilire quali opere e infrastrutture realizzare. I tempi sono propizi perché oggi, più che in passato, tengono banco una serie di argomenti – circonvallazione, fermata alla Cittadella della Ricerca ed al Perrino dei treni sulla tratta Brindisi-Taranto, pista o piste ciclabili, trasporto pubblico locale, parcheggi, tutela e valorizzazione del centro storico, piano commerciale, abbattimento delle barriere architettoniche, riduzione del tasso di inquinamento atmosferico, tutela della salute, chiusura dei passaggi a livello – che possono trovare una utile composizione ed armonizzazione solo all’interno di uno strumento di pianificazione.
Nel caso, poi, dei passaggi a livello le decisioni in itinere rivestono particolare importanza perché esse potrebbero pregiudicare qualsiasi pianificazione futura disgregando, definitivamente ed irrimediabilmente, il tessuto urbano. Anche su questo tema, il comunicato delle opposizioni non ha indicato un percorso chiaro e leggibile; tanto che alle debolezze della Amministrazione fa da contraltare l’ambiguità delle opposizioni. Alle Ferrovie dello Stato andava e va ribadito che il primo, ed il più pericoloso, passaggio a livello da sopprimere è quello posto su via Antonucci (dai più indicata come via San Vito). Nel 1990 l’allora Amministrazione comunale contrasse un mutuo di circa 400 milioni di lire per realizzare un cavalcavia su “Via San Vito”. Attese le difficoltà tecniche e l’esiguità delle somme disponibili il progetto fu accantonato ed il mutuo rimase inutilizzato sino al 2004 quando la Giunta dell’epoca decise di devolvere le somme ad altri scopi. (per inciso: buona parte di quell’importo fu utilizzato per realizzare il marciapiede e il sagrato in basole antistante la Basilica del Carmine, tale circostanza chi di dovere avrebbe dovuto rammentare ai Carmelitani quando, ritenendo piazza S. Michele Arcangelo proprietà privata, hanno impedito la sfilata del corteo storico).
Sono, quindi, trascorsi 27 anni dal primo tentativo di bypassare il passaggio a livello di via Antonucci; l’ingegneria ha fatto passi da gigante, ma soprattutto la modifica dello “status” di alcuni immobili, adiacenti il passaggio a livello, inducono a pensare alla possibilità di realizzare un sottovia carrabile. Le Ferrovie dello Stato, hanno posto in vendita con tanto di cartello l’abitazione del casellante e lo stesso avviso è affisso su alcune abitazioni private: quanti tra amministratori, consiglieri comunali e rappresentanti politici se ne sono accorti? E’ l’occasione buona per verificare la fattibilità dell’opera e poter finalmente eliminare quella barriera che spezza in due la città e rende invivibile via “Antonucci-San Vito”. Spetta all’Amministrazione farsi avanti, ma il Pd, opposizione a Mesagne, guida la Regione e il Paese, non dovrebbe essere difficile chiedere a tanti rappresentanti istituzionali di rango superiore – in molti casi avvezzi alle passerelle piuttosto che ad occuparsi dei problemi dei territori – di richiamare alle proprie responsabilità una società denominata “Ferrovie dello Stato” la quale non può di imporre decisioni risalenti a diversi decenni orsono manifestamente inconciliabili con la fisionomia assunta, nel frattempo, dalla città.
Un lettore ci scrive. Bisogna dotarsi di un “Piano per la Mobilità Urbana”
Iscriviti
0 Commenti