Caro Direttore, è certezza di tutti che la nostra Sanità faccia sempre più acqua, da tutte le parti e in tutti i sensi. E’ uso comune lamentarsi – ed è giusto! – di ogni problema, di ogni carenza, di ogni disfunzione, lievi o gravi che siano. E’ bene però essere obiettivi e porre in evidenza anche i casi (pochi?) di quelle realtà che funzionano bene o in maniera eccellente.
In quest’ultimo senso desidero portare alla sua attenzione la mia personale esperienza, relativa a due casi di buona Sanità: uno a sud (Mesagne), uno a nord (Torino).
A Mesagne. Mia madre 86-enne è stata ricoverata presso il reparto di lungodegenza.
Ho il piacere di affermare di aver trovato grandi disponibilità e gentilezza, buonissimo livello di severità gestionale ed elevate professionalità e competenze, da parte di tutti: dal primario dott. Mingolla, al dott. Rollo e dott.ssa Falappone; dal personale ausiliario e infermieristico a Suor Teresa, fino ai volontari.
Da parte mia e dei miei familiari un sentito grazie e … complimenti!
A Torino. Anche qui, nonostante le condizioni della Sanità piemontese, si possono riscontrare isole di qualità ed efficienza. La mia personale esperienza, del tutto positiva, si è svolta presso SS Diabetologia degli osp. “Sperino” prima e “Valletta” dopo, strutture dove la dott.ssa Elena Mularoni (con le collaboratrici) assicura professionalità di livello superiore, indubbia efficienza nella gestione del suo servizio, gentilezza e disponibilità fuori dal comune.
In entrambi i casi ho capito però una cosa molto importante, che è doveroso sottolineare: la buona Sanità è garantita grazie all’impegno del Personale che, nonostante il sottodimensionamento, sopperisce con professionalità e sacrificio alle carenze strutturali, strumentali e finanziarie delle realtà in cui operano.
Tanto per dovere di cronaca. Molte grazie per l’attenzione. Cosimo Greco.
Nella foto il dott. Francesco Mingolla, responsabile del reparto di lungodegenza dell’ospedale di Mesagne.