Mimmo Stella, presidente del comitato civico “Terra di Mesagne”, invita l’Amministrazione comunale a dotarsi di un “Piano di Recupero” dell’antico basolato per la tutela e la conservazione delle numerose stradine dell’antico borgo che, insieme, formano un monumento corale, storico, prezioso ed invidiabile che ci è stato tramandato. Una proposta che nasce dall’esigenza di sviluppare una discussione seria e costruttiva per la salvaguardia di un patrimonio di inestimabile valore quale é l’antico basolato del centro storico che appartiene all’intera comunità mesagnese.
Nei giorni scorsi si è parlato di “scempio urbanistico”, in via Rini e Stella è stato coinvolto in una polemica innescata prelevando il suo pensiero da una discussione su facebook. “Sulle discussioni pubbliche che si aprono sul social network ognuno si assume le responsabilità delle proprie dichiarazioni. Trovo futile andare alla ricerca dei “giornalisti che non si firmano” anche perché potrebbe accadere che mentre lei, sig. Sindaco, si affanna a cercare all’orizzonte, l’autore potrebbe essere molto più vicino di quanto lei stesso possa credere”, spiega Mimmo Stella. Che aggiunge: “Credo sia più opportuno aprire una discussione seria e costruttiva su ciò che da anni sta accadendo alle antiche basole del centro storico”. E ricorda al sindaco Scoditti che più volte in passato il comitato civico “Terra di Mesagne” ha attirato l’attenzione sulla tutela delle antiche chianche. “Scomodammo il sub commissario prefettizio Grassi ed il segretario comunale Tamburrano che, con sensibilità e senso di responsabilità, bloccarono la ruspa che nell’intento di eseguire lavori di pubblica utilità in Via Lucantonio Resta, stava di fatto sfregiando le caratteristiche chianche. Qualche mese prima un’altra ditta aveva lasciato un brutto cordone cicatriziale dinanzi alla chiesa di San Cosimo, tutt’ora visibile.
Mimmo Stella non mette in dubbio lo sforzo, la correttezza e la buona fede dei tecnici comunali che hanno cercato una difficile soluzione. “E’ sufficiente fare un giro nel centro storico per accorgersi come non ci sia omogeneità nella tecnica della posa in opera delle chianche; ci imbattiamo su stradine con cordoli laterali o con geometria a “spina”, oppure con tecnica a fughe sfalsate e così via”. Stella segue l’evoluzione urbanistica del centro storico da almeno 25 anni ed è preoccupato per quanto sta accadendo alle stradine della città vecchia interessate da lavori di pubblica utilità.
E propone di aprire un dibattito pubblico a 360° che coinvolga tutti i tecnici del settore o, magari, lo stesso ordine provinciale degli architetti della Provincia di Brindisi. “In casi come quello di via Rini bisogna essere pronti e capire come orientarsi in base ad un “Piano di Recupero” redatto dai tecnici e adottato dal Consiglio comunale. Il Piano dovrebbe contenere, oltre alle indicazioni della Soprintendenza, anche e soprattutto le soluzioni più idonee e le linee guida per capire quando una chianca si deve intendere usurata o comunque non più riutilizzabile, come sostituirla, se integrare la moderna pietra di Apricena con il resto dell’antico basolato oppure, come si é scelto di fare in via Rini, decidere di ribasolare ex novo la stradina. Le linee guida del Piano, dovrebbero dettare le norme anche sulle modalità di estrazione delle antiche basole dal loro letto stradale e se queste andrebbero catalogate e numerate, nonché la geometria del riposizionamento della vecchia pavimentazione”.
Un tema sul quale il comitato civico “Terra di Mesagne” da anni si sta sforzando di comunicare con la classe politica locale con scarsi risultati. “La scelta, se pur condizionata, di cambiare volto ad una stradina del centro storico dopo oltre 400 anni, a giusta o sbagliata ragione, non può essere prerogativa di una singola persona sia pur professionalmente competente, ma vittima evidentemente di un sovraccarico di responsabilità riveniente dal vuoto politico in materia di urbanistica, all’interno di quel recupero di più ampio respiro che riguarda l’intero centro storico di Mesagne”.
Il presidente Mimmo Stella si augura che il Sindaco colga il lato propositivo della discussione “perché anche noi cittadini che non facciamo politica siamo stati, e siamo ancora, dagli inizi degli anni novanta, primi attori compartecipi della rinascita urbanistica sociale e culturale dell’antica terra. La trasformazione urbanistica che é avvenuta in via Rini dopo oltre 400 anni ha di fatto cambiato il volto di una stradina di un comune salentino, il cui antico basolato é stato sostituito con pietra garganica, mi porta ancora una volta a parlare, senza offesa per nessuno, di “scempio urbanistico”.