Una bella storia di vita vissuta raccontata da Cosimo Pasimeni. La facciamo nostra per parteciparla ai nostri Lettori che, siamo sicuri, la sapranno apprezzare e condividere.
Pubblico questa foto (anni 50) che ritrae alcune orfanelle ospiti presso l’Istituto Antoniano di Piazza 4 Novembre e non è a caso che lo faccio oggi nel giorno della “Commemorazione dei defunti”. In quegli anni era consuetudine portare le bambine al cimitero allo scopo di raccogliere offerte perché l’Istituto si manteneva solo con queste.
Inoltre, sempre per lo stesso motivo, si usava accompagnare il corteo funebre dalla casa al camposanto. Ma una disposizione dell’allora Vescovo di Brindisi Nicola Margiotta pose fine a queste usanze motivando la sua decisione in quanto, trattandosi di bambine quasi tutte orfane e quindi provenienti da tristi esperienze, la loro partecipazione ai funerali era decisamente inopportuna e poco educativa. C’è da ricordare che a differenza di adesso quando ad un funerale, anche in seguito ad una tragedia, c’è un certo contegno, in quel periodo si invitavano addirittura alcune donne (le vecchie praefiche di latina memoria) che “chiangiunu li muerti” lodandone le doti da vivo e, al momento in cui la salma lasciava la casa, emettevano strazianti grida specialmente davanti alla porta di casa. Credo che è interessante riportare la storia dell’Istituto in quanto realtà mesagnese. Riprendo parte di quanto pubblicato nell’Agenda 2005 edito dalla Congregazione Suore Oblate di S. Antonio di Padova – Brindisi.
La presenza delle Suore Antoniane a Mesagne risale al 1921 quando, con l’aiuto di alcuni insigni benefattori, che si fecero carico dell’affitto, poterono dimorare in dodici locali del Castello Svevo, e dedicarsi all’asilo infantile, al doposcuola ed all’insegnamento del catechismo, della musica e del ricamo. Un anno dopo, precisamente il 2 maggio del 1922, vi moriva Madre Valeria Succi, la Fondatrice.
Nel 1928 il Castello fu trasformato in fabbrica di tabacco e le Suore Antoniane andarono ad abitare in una casa di “Borgo Antico” che si mostrò troppo piccola per le loro attività. Fortunatamente poco dopo la signorina Profilo le accolse nel suo palazzo in Via Albricci col nuovo compito di occuparsi dei bambini poveri e delle orfanelle, che presto divennero numerose.
Nel giugno del 1963 le signorine Anna e Giustina Perrucci donarono alle suore un vasto appezzamento di terreno dove, grazie all’impegno eccezionale della Superiora Suor Elisabetta Sturdà, abilissima nel perorare la causa dei piccoli e dei poveri, (girava per tutte le case a chiedere offerte e si accontentava anche di 5 lire) sorse ben presto un imponente orfanotrofio capace di ospitare un centinaio di bambine ed un Asilo Infantile. Nella seconda metà degli anni 70, per andare incontro alle esigenze dei tempi, dato che le orfane andavano diminuendo di giorno in giorno e il problema delle persone anziane, sempre più sole e abbandonate a se stesse, la Comunità di Mesagne allora guidata dalla compianta Suor Giulietta Quarta, d’accordo con il Consiglio Generale, credette opportuno cambiare opera e intraprese così una completa ristrutturazione dello stabile secondo le leggi vigenti.
Pubblico questa foto (anni 50) che ritrae alcune orfanelle ospiti presso l’Istituto Antoniano di Piazza 4 Novembre e non è a caso che lo faccio oggi nel giorno della “Commemorazione dei defunti”. In quegli anni era consuetudine portare le bambine al cimitero allo scopo di raccogliere offerte perché l’Istituto si manteneva solo con queste.
Inoltre, sempre per lo stesso motivo, si usava accompagnare il corteo funebre dalla casa al camposanto. Ma una disposizione dell’allora Vescovo di Brindisi Nicola Margiotta pose fine a queste usanze motivando la sua decisione in quanto, trattandosi di bambine quasi tutte orfane e quindi provenienti da tristi esperienze, la loro partecipazione ai funerali era decisamente inopportuna e poco educativa. C’è da ricordare che a differenza di adesso quando ad un funerale, anche in seguito ad una tragedia, c’è un certo contegno, in quel periodo si invitavano addirittura alcune donne (le vecchie praefiche di latina memoria) che “chiangiunu li muerti” lodandone le doti da vivo e, al momento in cui la salma lasciava la casa, emettevano strazianti grida specialmente davanti alla porta di casa. Credo che è interessante riportare la storia dell’Istituto in quanto realtà mesagnese. Riprendo parte di quanto pubblicato nell’Agenda 2005 edito dalla Congregazione Suore Oblate di S. Antonio di Padova – Brindisi.
La presenza delle Suore Antoniane a Mesagne risale al 1921 quando, con l’aiuto di alcuni insigni benefattori, che si fecero carico dell’affitto, poterono dimorare in dodici locali del Castello Svevo, e dedicarsi all’asilo infantile, al doposcuola ed all’insegnamento del catechismo, della musica e del ricamo. Un anno dopo, precisamente il 2 maggio del 1922, vi moriva Madre Valeria Succi, la Fondatrice.
Nel 1928 il Castello fu trasformato in fabbrica di tabacco e le Suore Antoniane andarono ad abitare in una casa di “Borgo Antico” che si mostrò troppo piccola per le loro attività. Fortunatamente poco dopo la signorina Profilo le accolse nel suo palazzo in Via Albricci col nuovo compito di occuparsi dei bambini poveri e delle orfanelle, che presto divennero numerose.
Nel giugno del 1963 le signorine Anna e Giustina Perrucci donarono alle suore un vasto appezzamento di terreno dove, grazie all’impegno eccezionale della Superiora Suor Elisabetta Sturdà, abilissima nel perorare la causa dei piccoli e dei poveri, (girava per tutte le case a chiedere offerte e si accontentava anche di 5 lire) sorse ben presto un imponente orfanotrofio capace di ospitare un centinaio di bambine ed un Asilo Infantile. Nella seconda metà degli anni 70, per andare incontro alle esigenze dei tempi, dato che le orfane andavano diminuendo di giorno in giorno e il problema delle persone anziane, sempre più sole e abbandonate a se stesse, la Comunità di Mesagne allora guidata dalla compianta Suor Giulietta Quarta, d’accordo con il Consiglio Generale, credette opportuno cambiare opera e intraprese così una completa ristrutturazione dello stabile secondo le leggi vigenti.
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