Venerdì 6 ottobre, alle ore 18.00, presso l’Auditorium del Castello Normanno Svevo, la città sarà chiamata a discutere di Tap, il gasdotto transadriatico che attraversa la Grecia, l’Albania e il mar Adriatico per sbucare in Italia e da lì distribuire 10 miliardi di metri cubi l’anno di metano in tutta Europa, aprendo il cosiddetto corridoio meridionale del gas, quello che non dipende dalla Russia e da Gazprom, per intenderci. Il “Trans Adriatic Pipeline” che giungerà alla spiaggia di San Foca sino al confine del comune di Melendugno, in Salento, dove il gasdotto si ricongiungerà con la rete dei gasdotti italiani che già oggi, con i suoi 13mila chilometri di lunghezza lineare, e arriverà al collettore Snam di Mesagne – già esistente – al confine con l’agro di Brindisi. Il gasdotto correrà sottoterra dall’inizio alla fine del suo percorso italiano, per un chilometro e mezzo – 800 metri di mare, 700 di spiaggia e macchia mediterranea – a decine di metri di profondità. L’opera voluta e sostenuta fortemente dai Governi nazionali ed Istituzioni sovranazionali perché intesa come «strategica per Europa e l’Italia» e fortemente osteggiata dalla popolazione salentina per l’alto impatto che produrrà su coste e territori rurali a forte vocazione turistica.
Il Consiglio comunale di Mesagne ha deliberato lo scorso 27 aprile un ordine del giorno nel quale si legge che «il gasdotto Tap non è opera strategica; che non porterà benefici di risparmio energetico o riduzione costi alla cittadinanza; che il Progetto è da considerarsi inammissibile a Melendugno cosi come a Brindisi».
La manifestazione programmata per venerdì 6 ottobre sarà occasione per fare il punto sullo stato dell’arte della realizzazione della Tap e vedrà gli interventi del sindaco di Mesagne Pompeo Molfetta, del sindaco di Melendugno Marco Potì e di altri rappresentanti istituzionali e Sindaci del territorio, oltre che di rappresentati dei comitati di base.
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