Ha lasciato la sua palestra dell’Acquacetosa da circa un mese dove la preparazione per le Olimpiadi di Tokio era giunta alla fase cruciale. Poi. “Poi son dovuto rientrare a Mesagne dove continuo gli allenamenti assieme a mio fratello Mimmo”, dice. Di questi tempi può stare con il fratello ed i genitori. Spiamo Vito dal buco della serratura. Si allena in un piccolo spazio. Un lavoro domestico, fai-da-te. Con un po’ d’ironia: poca cosa, ma meglio di niente. Programmi di allenamento via web, sedute coordinate su whatsapp con il suo preparatore rimasto a Roma. Mimmo, anche lui taekondista, quarto liceo, lo impegna non poco. Tutti e due lavorano in attesa che mamma e papà tornino dal lavoro in campagna. Perché qui, in casa Dell’Aquila, niente è cambiato anche se Vito, che veste la divisa di carabiniere dalla fine del 2018 dopo la maturità scientifica, ha portato il primo stipendio in casa Dell’Aquila.
Le Olimpiadi sono state rinviate. Si inizia il 23 luglio 2021 per sfruttare la celeberrima fioritura dei ciliegi. Ma Vito è uno dei 208 azzurri già qualificati. Cosa cambiato per te. “Nulla, non c’è nessun stravolgimento. Mi ero qualificato per cui a Tokio ci sarò. Non mi cambia niente, anzi avendo solo 20 anni, potrò fare più esperienza, avrò più tempo per allenarmi e migliorare. Gareggiare in queste condizioni non sarebbe stato giusto perché viene innanzitutto la salute degli atleti”. Ma non temi uno stravolgimento del tuo progetto di preparazione che era già al top? “Noi, quasi ogni giorno mi sento con il mio preparatore. Ripeto, ho la fortuna di essere giovane. A Tokio ci andrò e cercherò di vincere, ma non saranno le Olimpiadi della vita come potrebbero essere per chi è a fine carriera. Nel 2024 ci saranno quelle di Parigi. Sono sereno, un anno in più può essermi utile per fare più esperienza ed essere più forte. Aspetto, anche se non vedo l’ora di sfilare e gareggiare. Spero che questo incubo del Covid finisca quanto prima e che la gente torni alla vita di prima, spero che si riprenda subito perché lo sport può aiutare il mondo a vedere la luce in fondo a questo tunnel”.
Vito Dell’Aquila non vede l’ora di riprendere. A Mesagne non vedono l’ora di vederlo sfilare alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Tokio, di vederlo gareggiare, di tifare e di emozionarsi per questo ragazzo dell’estrema periferia della città, figlio di gente umilissima ma orgogliosissima, che vuole salire sull’Olimpo.
Vito Dell’Aquila: un sogno solo rinviato
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