E’ arrivato il momento. Dopo 60 anni sento di dover staccare la spina. Avevo 16 anni quando scrissi il primo articolino di calcio per il settimanale leccese Pungolo Sportivo. Fu per me una esplosione di gioia quando il direttore Tommaso Corallo mi nominò corrispondente da Mesagne. Da allora non mi sono mai più fermato. Non ho mai avuto un giorno festivo. Con la pioggia, con il freddo, a Pasqua, a Natale, durante le feste o in momenti familiari: sempre, sempre in prima linea. Perché il giornale non ha giorni di festa. Neppure quando si è liberi. Perché se si viene a conoscenza di una notizia importante, questa brucia dentro e non puoi rinviarla.
La passione mi nacque a scuola, alle prime classi delle elementari, spronato dal mio insegnante Osvaldo Lubelli che ogni settimana ci faceva scrivere il Giornale di Classe. In redazione, se non ricordo male, c’eravamo io, Carlo Argentieri, Angelo Magrì, alias Cazzillo e Angelo Guarini, attuale Direttore di Confindustria Brindisi. Passione che fu alimentata da mio padre che ogni sera, chiusa la bottega di sarto di Piazza Sedile, mi portava presso la Società Operaia di Piazzetta dei Resta per leggere la Gazzetta “perché – mi diceva – dobbiamo informarci di quanto ci accade attorno”.
Tratto distintivo di Mesagnesera è sempre stato raccontare Mesagne attraverso le persone, le loro storie, le loro vite. Una visione data dall’esperienza diretta della vita della comunità mesagnese che accoglie persone anche ai margini della società. Ho affrontato centinaia di temi scottanti, raccontato migliaia e migliaia di storie, portando spesso all’attenzione le tante voci fuori dal coro. Non so se ho saputo raccontare il territorio. Comunque ho dato un contributo al pluralismo dell’informazione che è un indice di buona salute per la società nel suo complesso. In tanti mi hanno scritto e telefonato, dall’Italia e dall’estero perché – hanno detto – Mesagnesera é considerata un pezzo di storia della città. Grazie. Troppo buoni. Ma la decisione, difficilissima perché amo questo lavoro, l’ho presa. Oggi sarà l’ultimo giorno in cui potrò dedicarmi ai miei Lettori. A tanti di Voi mi sono affezionato, con alcuni di Voi ci siamo scambiati il numero di telefono e con altri abbiamo comunque il contatto sui social. Non so dove mi porterà il tempo, ma di sicuro non avrò rimpianti di nulla.
GRAZIE all’ultimo collaboratore che mi è stato affianco negli ultimi 10 anni. Con Angelo Mingolla avrei mille storie da raccontare. Per stare dietro a questa “passionaccia” siamo stati in tutta Italia, persino sull’isola di massima detenzione di Gorgona. Poi in Romania, in Germania, Portogallo, eccetera. In tanti viaggi abbiamo superato difficoltà e risolto problemi che sembravano insormontabili
GRAZIE a tutte le persone che hanno fatto parte della mia vita in questi anni e che mi hanno letto ed ascoltato senza giudicarmi, che mi hanno parlato senza pregiudizi, che mi hanno aiutato senza chiedermi nulla in cambio.
GRAZIE a chi mi ha voluto bene semplicemente per quello che sono.
Non sarebbe il caso di fare rimanere una finestra aperta visto che rimane il sito comunque che si richiama dai motori di ricerca? Che ne so i lettori che scrivono, ecc.
Riporto quello di cui si parla in giro.
Secondo me visto che il sito ancora esiste e esisterà tanto vale continuare, magari con un progetto condiviso.
Ma se non ci sono articoli qui, non si può dibattere neanche su fb ad esempio.
Direttore è un peccato che lasci la direzione dell’unico quotidiano in grado di contrastare la “narrazione” della città di Mesagne in questo periodo. La narrazione che un tempo si associava alle favole da raccontare ai bambini per farli addormentare è oggi strumento di potere. Si narra, infatti, a livello regionale non meno che a livello locale, ammantando tale narrazione di scientificità e grazie anche ad una pseudo opposizione inadeguata a contrastare tale “apparato narrativo”, che a Mesagne, provincia di Brindisi, Regione Puglia, con un sistema sanitario tra i più disastrati d’Italia, con una percentuale di disoccupazione anche giovanile tra le… Leggi di più »
Direi che a distanza di mesi, nessuno ha saputo sostituire.
L’aspetto da piazza di questo giornale, che a volte ha fatto da argine a ben altre situazioni con il suo aspetto commenti, che ne so tipo i mocciosi che in occasione di quella americanata di halloween come l’ha definita un governatore televisivo, devastano facciate e circondano anziani e gente col cane a passeggio buttandogli petardi addosso, senza che nessuno a casa non gli ha insegnato che non fa parte di una festa che vent’anni fa ancora non c’era ma è una codardata.