La Pro Loco di Latiano ripropongono la Quaremma che, nella tradizione popolare, si ricorda come la moglie di Carnevale morto dopo essersi ingozzato di cibo il martedì grasso. Il fantoccio della Quaremma, vestito a lutto, è appeso per le vie del paese nei 40 giorni di penitenza che precedono la Pasqua e dato alle fiamme proprio durante il giorno di festa, in segno di purificazione dell’anima. Frutto della fantasia popolare, è descritta come una brutta vecchia con in mano ‘lu fusu’ e ‘la macennula’, strumenti di lavoro che rappresentano la laboriosità e lo scorrere del tempo. La storia della Quaremma simboleggia i giorni di moderazione e privazione che precedono la redenzione, il pentimento vissuto durante il periodo quaresimale. La Quaremma sarà impegnata nelle abituali faccende domestiche che saranno accompagnate dai proverbi della tradizione latianese. Tra questi “Ci no fili e no tiessi di do essunu sti gnuemmuri cruessi”, (se non fili e non intessi, da dove escono questi gomitoli grossi); “A vulutu la bicicletta e moh pitala” (Hai voluto la bicicletta e ora pedala); “Li uai ti la pignata li sapi la cucchiara” (I guai della pignatta, li conosce il cucchiaio).
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