La Presidenza del consiglio dei ministri, dipartimento della Gioventù e del servizio civile nazionale, ha approvato un progetto di 100 mila euro a favore del comune di Mesagne per mettere in atto, per un anno, azioni per il reinserimento sociale delle giovani studentesse ferite nell’attentato del 19 maggio 2012, davanti alla scuola “Francesca Morvillo Falcone” di Brindisi, delle loro famiglie e della famiglia della giovane studentessa, Melissa Bassi, rimasta uccisa dallo scoppio della bomba. Il progetto ha previsto azioni di carattere sanitario, terapeutico, psico-sociale ed economico.
La pianificazione del comune di Mesagne è partita immediatamente dopo lo scoppio della bomba quando sono rimaste coinvolte alcune studentesse mesagnesi. Il sindaco si era reso subito conto della necessità di assistere le famiglie delle vittime sia finanziariamente che psicologicamente. Così, il comune aveva stilato un progetto che alcuni giorni fa è stato accolto dalla Presidenza dei ministri. “Un progetto che possa garantire un adeguato sostegno e consentire alle ragazze e alle loro famiglie, vittime della strage, un percorso di ripresa e di recupero delle condizioni fisiche, psicologiche e socio esistenziali”, ha spiegato il sindaco Franco Scoditti. Il comune ha disposto nei confronti delle giovane vittime un sostegno psico-sociale ed interventi di servizio sociale-professionale in collaborazione con i servizi territoriali dell’Asl. Inoltre nel progetto sono previste le terapie riabilitative per le studentesse da effettuarsi presso strutture specializzate. Il sostegno nei costi di trasporto, delle rette e dei contributi per l’acquisto di vestiario necessario allo svolgimento delle attività. Un’assistenza che è estesa anche ai genitori per contenere il grave disagio socio-economico causato dalla perdita della continuità lavorativa per far fronte alle esigenze assistenziali delle ragazze. Oltre che per le ragazze ferite il ministero ha inserito nel progetto anche i genitori di Melissa Bassi, la studentessa deceduta in seguito allo scoppio dell’ordigno davanti alla scuola. “Anche qui – ha confermato il sindaco – bisogna contenere il disagio socio-economico a causa della perdita di continuità dell’attività lavorativa, precedentemente svolta, e per le sopraggiunte patologie psicofisiche che impediscono lo svolgimento dei normali atti della vita quotidiana”. Una parte dei fondi del progetto saranno investiti in attività culturali e socializzanti al fine di sostenere le ragazze in percorsi di recupero e nel reinserimento sociale.