(di Raffaele De Punzio, portavoce di Progettiamo Mesagne) Ci fosse una guida pratica “Come ti amministro male una città”, la questione dei rifiuti meriterebbe un capitolo intero: una vicenda che si arricchisce via via di contorni sempre più grotteschi, tragicomici e che è il fallimentare risultato dell’approssimazione e dell’incompetenza di chi ci ha governato. La città è sporca, la pianta organica di 50 operatori ecologici è ridotta del 25% a causa di malattie e assenze (anche se continuiamo a pagare un servizio che avrebbe dovuto garantirci 1400 ore di lavoro settimanali); i dati sulla raccolta differenziata sono fermi a febbraio (dal sito della Regione), e si è registrato un preoccupante calo del 10% rispetto all’anno precedente; molti commercianti sono ancora costretti a conferire direttamente alla piattaforma ecologica gli scarti prodotti dalle loro attività; i rifiuti abbandonati nelle campagne fanno da cornice a quello che un tempo fu uno dei più bei paesaggi rurali della Puglia. Di chi è la colpa, della “gogna mediatica”? Dell’inciviltà dei cittadini? Delle opposizioni?
Abbiamo più volte ironizzato sulle scelte “last second” del Sindaco, su questo modo di operare in continua emergenza, bypassando commissioni, consigli comunali, e anche le leggi, realizzando, di fatto, maggiori costi a fronte di servizi non all’altezza. Fra tre giorni scade la terza proroga illegittima dell’appalto all’A.T.I. Axa Gial Plast, e non esiste ancora nessun atto ufficiale per un ulteriore affidamento. L’azienda ha preannunciato di non essere interessata alla prosecuzione: sta alzando il tiro, vuole più soldi, ed è pure normale che ciò avvenga quando ci si riduce all’ultimo momento. Si chiama potere contrattuale. Non c’è nessuna Legge dello Stato che può imporre ad un appaltatore di svolgere un servizio in perdita (a prescindere se ci sia o meno), soprattutto se manca uno straccio di contratto. Se un’impresa ritiene non remunerativo un servizio non la si può obbligare. Forti di questo principio, non esistendo soluzioni alternative a breve, il Sindaco sarà costretto a cedere alle richieste dell’Axa Gial Plast: vedremo se in termini economici oppure riducendo ulteriormente i servizi.
Su questi temi abbiamo più volte sollecitato la Giunta perché ci rendesse partecipi delle decisioni… Subiremo le conseguenze di questa sciagurata arroganza in termini ambientali ed economici, e la T.A.R.I. sarà l’ultima vergata nel basso ventre dei contribuenti. Tutto ciò mentre l’A.R.O. è ancora ferma al palo: in sei mesi ci sono stati solo due incontri ufficiali (almeno questo è ciò che emerge dai verbali a noi consegnati), in entrambe le occasioni l’assessore Rosanna Saracino (nella foto) non era presente, benché avesse assicurato un suo impegno diretto affinché il capitolato tecnico del nuovo bando fosse rimodulato sulla base delle esigenze della nostra città. Non è dato sapere se poi i nostri uffici hanno prodotto in quelle due occasioni, effettivamente, tutti quei rilievi da noi mossi in sede di commissione consiliare. Non esiste nulla a riguardo: né verbali, né appunti, nemmeno uno striminzito post-it che possa in qualche misura attenuare i nostri timori. Subiremo probabilmente un bando di gara scritto da altri e totalmente scollegato dal nostro contesto urbano. Tuttavia, il Sindaco continua a prendersi gioco della nostra intelligenza dichiarando che fra un mese il nuovo bando sarà già pubblicato: con buona dose di fortuna potrebbe essere, invece, pronto in autunno; per l’affidamento al nuovo gestore, chissà? Magari prima delle prossime elezioni…
Questione rifiuti: come ti amministro male una città…
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