Tindaro Giunta, segretario provinciale Uilp esorta i Sindaci e la Asl per un programma di prevenzione e screening in particolare per quanto riguarda i tumori. Affrontare il tema di prevenzione del cancro vuol dire entrare in un campo molto delicato ed estremamente controverso. “Prima di esporsi con dichiarazioni o suggerimenti bisognerebbe conoscere a fondo ogni cosa che ruota intorno all’argomento “tumori”. Bisogna essere ben documentati soprattutto ricercando fonti alternative e non solo quelle denominate “autorevoli” ed i motivi verranno chiariti di seguito”, sostengono gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Mesagne.
“Innanzitutto bisogna distinguere le espressioni “prevenzione” da quello di “diagnosi precoce”. Il termine prevenzione vuol dire “scongiurare” e si ottiene modificando vecchi paradigmi e di conseguenza gli stili di vita. La diagnosi precoce vuol dire rilevare una malattia già esistente ed è evidente quanto le due cosa siano diverse. Quindi la diagnosi precoce non previene perché la malattia c’è già! La difficoltà della diagnosi precoce sta nel fatto che è praticamente impossibile sottoporsi ad ogni esame specifico per tutte le malattie esistenti visto che non esiste un esame unico che possa rilevare tutte le malattie e non è neanche corretto far sottoporre tutte le persone a screening di massa rispetto alla percentuale di incidenza di una malattia in un determinato luogo, sia per tutti quegli aspetti psicologici che possono alterare il benessere della persona,sia l’alta incidenza di falsi positivi, sia l’alto costo in termini di risorse che tale operazione comporterebbe, per non parlare poi di tutta la parte riguardante la tipologia di soggetti che dovrebbero essere sottoposti a screening, con quale criterio verrebbero scelti? Secondo agenti genetici predisponenti? Secondo agenti esterni predisponenti? Secondo il livello di stress in cui una popolazione intera si trova?
Oggi il tumore è considerato come malattia multifattoriale, vale a dire che non deriva da una singola causa ma da un insieme complesso di elementi tra cui gli stili di vita, le condizioni ambientali e quelle socioeconomiche, quindi anche lo stato psicologico. Questo dimostra che non esiste una causa unica del cancro ma sono un insieme di fattori che lo determinano e non è neanche corretto parlare di sostanze o fattori cancerogeni nel senso che “fanno venire il cancro” ma di sostanze o fattori che aumentano la probabilità di contrarlo. La diagnosi precoce di un cancro riveste una notevole importanza perché tanto prima una lesione neoplastica viene scoperta tanto maggiori sono le possibilità di intervenire con una certa efficacia.
Ma non è tutto così ovvio! Bisogna sapere che la diagnosi precoce è possibile solo per alcuni tipi di cancro e che il numero di “falsi positivi” può essere decisamente elevato generando paure ingiustificate con conseguenze psicologiche per l’intera famiglia. Secondo una certa scuola di pensiero un aiuto fondamentale alla diagnosi precoce dovrebbe venire dalle cosiddette “campagne di screening di massa” dai costi decisamente alti a fronte di incerti benefici. Allo stato attuale le campagne di screening non riguardano molti tipi di tumore; in ambito italiano i programmi di screening per i quali esistono “raccomandazioni” da parte delle autorità sanitarie sono relativi a tre tipi di cancro: cancro del colon-retto, cancro del collo dell’utero, cancro del seno.
Nel 2006 è stato prodotto un documento dal Ministero della Salute su raccomandazioni per la pianificazione e l’esecuzione degli screening di popolazione riguardo i suddetti tipi di cancro. Intanto L’American Cancer Society (ACS) ha dichiarato che si fanno troppi screening, molte volte totalmente inutili e si è riscontrato che gli esami a tappeto sulla popolazione avrebbero l’unico risultato di scoprire forme tumorali poco pericolose e abbastanza lente come, per esempio, il cancro alla prostata. Il desiderio di richiedere molti screening di massa spesso è dato da ricercatori che vogliono avere in modo semplice grandi quantità di dati, illudendosi di scoprire la soluzione di problemi ancora irrisolti, senza accorgersi che tali dati, di complessa ed equivocabile interpretazione, rischiano solo di aumentare la confusione generando, ad esempio, lo spauracchio del colesterolo totale.
Note ricerche hanno ridimensionato la pericolosità delle sostanze cancerogene dimostrando che anche le cavie non sottoposte agli agenti cancerogeni sviluppavano tumori e quelle sottoposte lo sviluppavano a causa, molto spesso, dell’elevata dose di somministrazione degli stessi. Noi insistiamo sui FALSI POSITIVI perché non solo generano apprensione nei pazienti ma diventano un alto costo per la comunità perché comportano la somministrazione di altri esami. Un esempio di inutilità di alcuni esami può essere data dalla mammografia a donne sotto i 50 anni. Si è visto che solo una donna su dieci risulta poi veramente ammalata di tumore mentre alle altre nove si consiglia di sottoporsi ad ecografia per avere conferma del dato ; in sostanza basterebbe un’ecografia come primo step a tutte e dieci. L’errore di alcuni medici è poi la convinzione che un esame fa la diagnosi mentre, di solito, la conferma. Da non trascurare anche un altro aspetto della nostra medicina chiamato “disease-mongering” noto a pochi ma che influenza il nostro modo di pensare e di agire ed ha come obiettivo la medicalizzazione della vita. Beppe Grillo in tempi non sospetti denunciava nei suoi spettacoli i farmaci Bayer.
Siamo a conoscenza oggi di chi sono i padroni della Sanità ovvero le Lobbies Farmaceutiche che attraverso un lungo processo hanno iniziato già un secolo fa, in America coi Rockefeller, ad impossessarsi del sistema universitario chiamando la loro azione “Filantropia Efficiente” ed oggi vestono abiti insospettabili di baroni e scienziati di quelle lobbies accademiche che “controllano” e “governano” la medicina attuale. L’immenso giro d’affari che scaturisce dalla malattia interessa non solo le Lobbies Farmaceutiche ma allettano Governi e Banche di tutto il mondo. Hanno avuto la capacità di stravolgere il significato di PREVENZIONE inculcando nelle menti che prevenire vuol dire assumere farmaci, sottoporsi ad esami. Nel primo caso attraverso ad esempio le vaccinazioni inutili di massa nel secondo con gli screening di massa per trovare la malattia nella persona sana grazie al disease mongering.
Essere malati quindi conviene ai baroni universitari, alle industrie farmaceutiche, ad una certa classe medica, allo Stato e quindi ai politici. Farti sapere che sei malato è il primo passo per generare affari. Se sei in salute conviene solo a te e alla tua famiglia. Ecco i motivi che ci spingono ad adottare un sistema completamente differente. Prima di tutto bisogna considerare diversamente il concetto di PREVENZIONE cioè pretendere di adottare tutte quelle misure per modificare lo stile di vita. La cosa che ci sentiamo di suggerire è quella di adottare completamente dalla comunità una carta nota dal 1986: la Carta di Ottawa.