Nei giorni scorsi è venuto a mancare Lino Capraro (nella foto). Solo lo scorso 1 giugno aveva compiuto 57 anni. Era ricoverato all’ospedale Perrino di Brindisi. I funerali si sono svolti alla Parrocchia della Santissima Annunziata.
La sua più grande soddisfazione fu quando sfogliando l’Enciclopedia Garzanti aveva trovato il suo nome fra gli artisti del ‘900.
Lino, infatti, è stato pittore, restauratore, percussionista, cultore e amante della musica in genere, affermato dj degli anni 70/80.
Tante le sue passioni tra cui l’arte della cucina e rinomato chef.
Eclettico, come tutti gli artisti, Lino fu sempre in continua evoluzione. Spirito libero, aveva bisogno di cambiare spesso per esplorare nuove emozioni, confrontarsi e vivere nuove esperienze.
Ma, soprattutto, amava sentirsi “artista”. Autodidatta, proveniva dalla pittura, poi volle provare il fascino della trasformazione di un mobile antico nel farlo tornare al suo pieno splendore. Si perfezionò a Pollenza (Macerata), località sulle colline marchigiane dove Lino si trasferì alla fine degli anni ’80 e dove lavorò con Giuliana Marinozzi, nota restauratrice dalla quale colse utili suggerimenti specializzandosi nelle antiche forme di restauro, nella pulitura e lucidatura del mobile. Poi un dolore al braccio lo indusse a cambiare professione e coinvolgendo la famiglia, diventò chef del suo ristorante dove mise insieme le ricette pugliesi con quelle marchigiane trasformando il suo ristorante in un punto di riferimento. Tre mesi addietro la terribile malattia che lo ha strappato all’affetto dei suoi cari e dei tanti amici.
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