…lasciala andare. Il motivetto cantato da Orietta Berti all’inizio degli anni 70 è stato la colonna sonora del Consiglio comunale tenuto ieri pomeriggio nel corso del quale il sindaco Franco Scoditti ha presentato il suo ultimo governo. L’ennesimo. Un esecutivo lontano mille miglia da quello che dettato dal risultato elettorale della primavera 2010. Lo stesso consiglio comunale non ha nulla a che vedere con quello voluto dagli elettori. Se per eleggere il due rami del Parlamento ci pensano i partiti ad imporre i nomi di chi deve essere eletto, in periferia le cose non cambiano. Tu eleggi Tizio e invece ti amministra Caio. Mah. Provate a dare torto ai sostenitori del primo partito del Paese, quello degli astensionisti. Rimpastati Omar Ture e Antimo Sportelli (ma non è finita perché tra una settimana darà forfait anche Alessandro De Nitto, già sostituto di un altro rimpiazzo) il sindaco Scoditti ha fatto un lungo elenco delle opere realizzate e di quelle che intende concretizzare negli ultimi 17 mesi di legislatura. Dai banchi dell’opposizione, irrobustita dai tre vizziniani passati sull’altra sponda per poi astenersi al voto di fiducia, è stato fatto il lungo elenco dei “misfatti” compiuti dai governi Scoditti. Nel mezzo l’assordante silenzio del Pd che, come Ponzio Pilato, si è lavato le mani confermando al suo (sic) Sindaco “fai quello che vuoi”; poi la virata a 360° di Pompeo Molfetta a conferma che di essere stato uno degli artefici della “vicenda”. E allora? Che dire? Avanti tutta con il “governo di scopo”.
Finché la barca va…
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