Questa mattina si recherà al Cup di via Dalmazia a Brindisi con la ricetta della terapia Di Bella. Assieme alla ricetta porterà la copia del provvedimento del Giudice del Lavoro (Domenico Toni, già giudice unico quando c’era il tribunale a Mesagne), del Tribunale di Brindisi che ordina all’Asl di appartenenza di somministrare gratuitamente i farmaci del multitrattamento Di Bella per 12 mesi. E’ il primo caso in cui la terapia Di Bella viene riconosciuta dal SSN, a prescindere dai risultati ottenuti dalla chemioterapia. Quella di Anna Lorusso (nella foto) di rifiutare la chemioterapia è stata una decisione presa con consapevolezza. Di cancro sono morti due suoi familiari: tre anni fa il fratello e oltre 20 anni fa il padre. “Non volevo vivere 5 anni di sofferenze, come è purtroppo capitato a mio fratello morto a 47 anni ma distrutto dalla chemio come se ne avesse 80. Una via crucis che ho vissuto in prima persona, tra un ospedale all’altro. Il cittadino ha il diritto di scegliere la cura alla quale sottoporsi”.
L’Asl di Brindisi da oggi dovrà provvedere alla spesa mensile dei farmaci chiesti dalla signora Lorusso: circa 2mila euro mensili.
Anna è serena nel parlare del suo problema. “La diagnosi fu terribile: carcinoma duttale scarsamente differenziato alla mammella destra; neoplasia intraepiteliale dei dotti di promo grado alla mammella sinistra”. E iniziò il terrificante percorso per tutta l’Italia: medici, ospedali, visite e controlli. Proprio come il fratello. Incontrò anche alcuni santoni. Poi la decisione di rivolgersi al dott. Giuseppe Di Bella, a Bologna. “E’ stato l’unico che mi ha dato maggiori informazioni su quello che era il mio problema. Anzi è stato l’unico che mi ha trasmesso sicurezza, che è fondamentale in questi difficili momenti della vita. Sin dal primo giorno mi ha assicurato che se mi fossi attenuta scrupolosamente alla terapia il carcinoma non sarebbe più tornato. Gli altri medici, quelli che dopo l’operazione mi avevano prescritto 6 mesi di chemio, mi avevano anticipato che probabilmente il tumore mi sarebbe tornato al fegato e alle ossa. Proprio come era accaduto a mio fratello. Ecco perché rifiutavo la chemio. Un medico dello Ieo (istituto europeo di oncologia) di Milano, dove Anna era stata operata e dove avrebbe dovuto iniziare la chemio, venuto a conoscenza della sua decisione, si complimentò aggiungendo che era sana di cervello. E’ accaduto all’ultima visita di controllo allo Ieo dello scorso febbraio. “Non ha detto che stava facendo la terapia Di Bella, perché se lo sanno ti ostacolano – aggiunge Anna -. Ho detto solo che non facevo la chemio e basta”. In quella occasione ha presentato gli esami che le aveva prescritto Di Bella. Senza dirlo, naturalmente. “Ho portato ecografia eco-addome, esame del sangue nello specifico, pet-tac, ecc. dicendo che mi ero permessa di farli di sua iniziativa. Mi hanno detto che è tutto ok . Ed hanno aggiunto che non è necessario un controllo tra 6 mesi ma è sufficiente tra un anno. Eppure mi avevano prescritto una terapia di chemio di 6 mesi con 4 cicli al mese. Ma se non era così necessaria, perché dovevo rischiare di andare incontro ad altre patologie e stare male per 6 mesi?
Anna oggi continuerà la cura Di Bella con i medicinali che saranno a carico del Servizio Sanitario Nazionale. E continuerà la sua battaglia, con il sorriso sulle labbra. Perché il suo obiettivo resta sempre: “Preferisco bene un anno che 5 anni di sofferenze”. E non finisce mai di ringraziare l’avv. Antonio Passaro. “E’ stato un caso aver conosciuto questo valido professionista. Su internet avevo letto la notizia che spiegava che l’avv. Passaro aveva vinto un ricorso per un precedente caso simile al mio e, poiché cercavo un legale che seguisse, ho avuto la fortuna di contrattarlo e farmi assistere”.