Giovedì sera, presso l’Auditorium del Castello di Mesagne, si è tenuto il previsto appuntamento di Civico26 con la cittadinanza per parlare di Politiche per gli Anziani. Il presidente Emilio Guarini sintetizza la posizione dell’Associazione nei confronti della spinosissima questione.
“La popolazione degli ultra sessantacinquenni crescerà fino al 40% nel 2025, le aspettative di servizi sanitari sono sempre maggiori e le risorse sono sempre meno. Una società come la nostra, così materialista e con gravi difficoltà a finanziare lo stato sociale, deve affrontare prioritariamente tale questione prima che assuma dimensioni incontrollabili. Chiunque può fare qualcosa, non si limiti a dirlo, lo faccia: lo Stato centrale, la Regione, l’Amministrazione Locale, la comunità, ogni singolo interessato.
E’ per questo che Civico26 ha affrontato prioritariamente la questione, mettendosi, come di consueto, nei panni dell’Amministrazione Comunale. Cosa dovrebbe fare, secondo noi, una Amministrazione Comunale virtuosa?
Intanto, non basta più la normale amministrazione delle risorse, la buona disponibilità ad ascoltare. Bisogna aggredire la situazione anticipando gli interventi perché cambi la mentalità ed il modo di porsi della collettività nei confronti dell’anziano e viceversa. Se si parte dalle assegnazioni di bilancio dell’anno precedente e ci si limita a distribuire le risorse, queste saranno sempre e comunque insufficienti. Bisogna invece tracciare un piano di azione pluriennale, che sia reale e che descriva chiaramente la direzione verso cui si vuole andare e quello che si intende e si può fare. In altre parole, bisogna partire dai bisogni, pur nella consapevolezza che la coperta è corta per cui qualcosa rimarrà inevitabilmente scoperto.
Nella nostra idea pensiamo ad un Piano Operativo Sociale per gli Anziani di Mesagne, che abbiamo impostato.
Pensiamo ad un processo virtuoso di educazione all’invecchiamento e soprattutto di coinvolgimento culturale e fisico dell’anziano in ogni occasione possibile. Un obbligo autoimposto per l’Amministrazione Comunale di stabilire, in ogni provvedimento o atto di governo della città, il livello di coinvolgimento dell’anziano.
Pensiamo ad una Struttura Organizzativa adeguata e dedicata. Noi immaginiamo un Coordinatore politico dedicato al comparto dell’inclusione sociale degli anziani autosufficienti, che risponda direttamente al Sindaco. Magari un Consigliere Delegato che si avvarrebbe della struttura dell’Assessorato per le Politiche e la Solidarietà Sociali con un funzionario amministrativo dedicato, nonché di un Organismo Consultivo costituito da 5-6 membri, rappresentanti delle comunità di anziani presenti sul territorio.
Pensiamo alla necessità di avere chiaro il quadro complessivo della popolazione anziana e dei relativi bisogni, quanto più dettagliata possibile, in teoria estesa a ciascuno dei 5957 ultra sessantacinquenni mesagnesi. Fatte salve le prescrizioni per la tutela della privacy, è bene che venga attivato un “data base” progressivamente alimentato con le informazioni utili di ciascun concittadino interessato. E tale attività potrebbe essere portata avanti proprio da un Comitato di Anziani, nominato e formalizzato a norma di Legge.
Con tali premesse, avendo chiaro quello di cui i cittadini mesagnesi anziani hanno bisogno, la Struttura Organizzativa dovrebbe costantemente, giornalmente, pensare ed organizzare le condizioni per il soddisfacimento del maggior numero di bisogni. Civico26 ha individuato un certo numero di interventi che un’Amministrazione Comunale virtuosa potrebbe attivare, e conta di individuarne altri. Alcuni sono chiaramente innovativi, altri abbastanza scontati, altri già in fase di attuazione. Noi li abbiamo messi in fila: quelli buoni, quelli normali, quelli innovativi e quelli già adottati, in modo da tenerli tutti lì, presenti e pronti.
Tra i criteri generali che ispirano i principali interventi, va annotato:
- massimo sostegno (non di facciata) alle formazioni di volontariato con sottoscrizione di protocolli di intesa che coprano il maggior numero di aree di intervento, evitando sovrapposizioni. E poi, massimo impegno a monitorare i risultati
- massima estensione possibile dei servizi e dei lavori retribuiti socialmente utili, e massimo impegno a controllare la buona esecuzione degli stessi, nell’interesse della collettività
- sostituzione possibile degli interventi caritatevoli, che mortificano il destinatario e risultano sempre insufficienti, con offerte di piccoli lavori socialmente utili retribuiti
- istituzionalizzazione di una giornata dell’anziano nella quale, con il concorso del Distretto, assicurare uno screening generale ed un colloquio informativo di tutti gli interessati
- elaborazione e mantenimento in aggiornamento di un Piano Operativo Sociale per gli Anziani
- e poi…..informare, informare ed ancora informare: gli anziani e la Comunità cittadina.
E’ chiaro che si pensa ad un piano che poggia sulla capacità, la determinazione, la linearità dell’Amministrazione Comunale ma anche su un’evoluzione culturale. Non ci adagiamo sulla situazione esistente, spesso mortificante. Possiamo fare molto di più di quello che oggi sembra appagarci. Possiamo essere produttori di nuova cultura, di nuova solidarietà, di nuove opportunità di dialogo tra le generazioni.
Non ci rassegniamo all’idea di non poterci migliorare: come persone e come comunità cittadina.