La relazione tra Normalità e Patologia. Ne parla domani venerdì 14 giugno all’ex convento dei Cappuccini dalle ore 19.00 alle 20 il dr. Riccardo Roni (nella foto) Docente dell’Università di Urbino. Introduzione del Prof. Francesco Fistetti, professore Ordinario di Storia della Filosofia Contemporanea – Università di Bari. Nel corso dell’adattamento all’ambiente – che si impone per tutti noi nell’arco della vita, per fortuna sempre più lunga e sempre più agiata, almeno in una parte del mondo – ciascuno ricorre alla scienza medica per:a) conoscere di più se stesso dal punto di vista fisiologico (come si funziona); b) assecondare il proprio desiderio di salute per un maggiore benessere psicologico (sentirsi bene); c) proteggere il più possibile la propria vita dalle “sfide” del “patologico” (stare alla larga dalle malattie). È possibile definire in modo univoco e senza ombra di dubbio cosa sia “patologico”? No! In primo luogo perché la differenza tra normale e patologico è così sottile che persino le scienze umane, proprio a fronte del progressivo sviluppo della scienza e della tecnica medica, hanno dovuto rivedere molti dei loro assunti fondamentali, anche nel “campo morale” cioè la bioetica. In secondo luogo perché la relazione con il corpo e le sue funzioni in un quadro clinico patologico pone ogni individuo di fronte ad una scelta e dunque alla libertà di decidere. Ad esempio: 1) si può restare o meno in vita pur sapendo di dover morire dopo lunghi periodi di sofferenza fisica e psicologica; 2) si può decidere di mantenere il proprio benessere psicologico laddove quest’ultimo possa rappresentare un notevole fattore di rischio legato alla scelta di non farsi curare.
Se la storia della medicina è ricca di esempi al riguardo, dal canto suo la filosofia può aiutarci a non perdere la nostra capacità di autocontrollo razionale e di regolazione delle emozioni più destabilizzanti quali la paura, il disgusto, la rabbia o la tristezza. E ciò proprio nei casi più “difficili”, come quelli in cui la relazione di cura e di prevenzione ci consente di convivere, anche per l’intero arco della nostra vita, con patologie molto gravi.