Nessuna chiusura. L’ospedale San Camillo de Lellis non solo non è stato chiuso, ma le sue potenzialità subiranno un effettivo rilancio.
Il consigliere regionale di Sel Toni Matarrelli tranquillizza l’opinione pubblica mesagnese preoccupata dai paventati tagli previsti dal Piano di Rientro della regione Puglia.
Da quando è stato eletto nella massima assise regionale ha sempre preferito lavorare nella penombra in sinergia con gli altri attori dell’amministrazione locale e regionale, ed evitare dichiarazioni pubbliche ma ponendosi un solo obiettivo: salvare il nosocomio mesagnese. Oggi i fatti gli danno ragione per cui il bacino di utenza tradizionalmente raccolto dal San Camillo de Lellis avranno, finalmente, risposte certe.
“Non parlano chiaro soltanto i numeri – spiega pacatamente Matarrelli – ma anche la progettualità che è sottesa alle scelte operate dalla Regione Puglia: l’ospedale di Mesagne rappresenta un’occasione rilevante per sostenere adeguatamente le istanze di sanità provenienti dal territorio. Avremo un reparto con sedici posti letto per Medicina ed un reparto di Lungodegenza con altrettanti posti. Il reparto di Chirurgia, che non poteva più essere mantenuto alle attuali condizioni, perderà i posti letto ma continuerà ad esistere con le attività dei day service chirurgici. Le sale operatorie funzioneranno per gli interventi di base delle branche di ortopedia, chirurgia e oculistica che fino ad oggi hanno rappresentato la quasi totalità delle statistiche. Saranno aggiunti altri venti posti letto cosiddetti residenziali, che coprono cioè le 24 ore, per le riabilitazioni pneumologiche, cardiologiche e fisiatriche. Inoltre dovranno essere ancora computati venti posti letto semiresidenziali che coprono le sole ore diurne, dodici posti per strutturare l’hospice, residenza che assiste malati terminali e assicura loro cure palliative e sostegno psicologico, un autentico dato di civiltà peraltro unico nella provincia di Brindisi, per il quale il Ministero della Salute ha già stanziato un milione di euro immediatamente disponibile. Infine – conclude Toni Matarrelli – sono stati previsti ulteriori otto posti letto per l’ospedale di comunità, fruibile dai medici di base per garantire una risposta assistenziale a pazienti affetti da terapie croniche o degenerative. Si passerà, quindi, dagli attuali 56 posti letto a 92 posti tra residenziali e semiresidenziali, configurandosi come una riqualificazione ed un potenziamento di un ospedale che, sia per la prestigiosa storia, sia per il potenziale umano e professionale dimostrato, doveva essere salvaguardato”.
Infine all’attuale sistema ambulatoriale di diagnostica per immagini e di analisi cliniche sarà affiancata una potente Tac a 64 slides, mentre potranno essere organizzati day services medici per le cure di ipertensione, obesità e diabete.
La lunga e penosa altalena di voci sul destino dell’ospedale mesagnese sembra finire qui. Nel migliore dei modi.