“E’ inammissibile l’azione delle amministrazioni comunali rispetto ai compensi stipulati per l’affidamento dei servizi per l’infanzia alle cooperative sociali. La situazione che si prospetta mette a serio repentaglio la qualità del servizio offerto a causa della svalutazione del lavoro necessario per mettere in piedi strutture adeguate per i più piccoli e per le loro famiglie”. Lo afferma il presidente di Legacoop Puglia, Carmelo Rollo, preoccupato per quanto sta accadendo in diverse amministrazioni comunali, come Brindisi e Foggia, che affidano incarichi di gestione per strutture d’infanzia alle cooperative sociali. Al comune brindisino è stato già inoltrata una richiesta di sospensione della gara e dell’apertura di un altro bando.
Il comune salentino sta espletando gli atti di gara per l’affidamento della gestione del servizio nido presso n. 3 strutture comunali. “Sarebbero stati predisposti – spiega Rollo – solo 350 euro al mese per bambino, irrisori per la copertura dei costi del lavoro e, soprattutto, incongrui rispetto ai Contratti collettivi nazionali di lavoro (i cui parametri erano stati richiesti espressamente nelle gare bandite)”. Pertanto Legacoop Puglia ha richiesto la convocazione urgente di un tavolo regionale, presieduto dal presidente Nichi Vendola, perché ci sia una super visione delle gare nelle amministrazioni comunali che hanno l’obbligo di rispettare le leggi sugli appalti pubblici.
“Ancora una volta – sottolinea Rollo – si assiste ad uno svilimento del lavoro delle operatrici impegnate nella gestioni di siffatti servizi, con un negativo risvolto che grava sui bambini”.
Il C.N.E.L. ha affrontato il problema dei costi di gestione dei nidi d’infanzia, attraverso un’indagine specifica, dalla quale emerge che, quanto stabilito a Brindisi, sia proprio in controtendenza rispetto ai bisogni reali”.
La Giunta regionale pugliese, inoltre, (con delibera n. 901 del 9 Maggio 2012, relativa al Regolamento Regionale 18 gennaio 2007, n.4, art. 32 – Approvazione delle tariffe di riferimento regionale per i servizi per la prima infanzia di cui all’art. 53 del Reg. R. n. 4/2007 e s.m.i) ha stabilito tariffe di riferimento che vanno da un minimo di 528,72 euro a un massimo di 845,30 euro per bambino/mese, a secondo della tipologia di utenza (divezzi, semidivezzi, lattanti). Nonché per dimensioni e caratteristiche del nido. L’autorità di vigilanza sui Contratti Pubblici, per esempio, chiamata ad esprimere parere su di un caso analogo a Roma, ha dichiarato inidoneo l’importo di 500 euro posto a base d’asta per la gestione dei nidi capitolini.
“Sosteniamo, dunque, e ci impegniamo – conclude Rollo – a difendere i diritti dei nostri lavoratori e dei cittadini, perché siano rispettate le leggi sugli appalti pubblici, per evitare becere gare al ribasso e speculazioni indegne, che colpiscono alla fine i più deboli. La qualità del servizio può essere garantito solo attraverso il giusto compenso a quanti lo gestiscono. Auspichiamo che il Governo regionale intervenga al più presto”.