Un incubo. Dopo due mesi e mezzo non ha ancora capito cosa ha avuto al braccio sinistro dopo l’incidente automobilistico. Elia Rielli (nella foto) racconta l’ennesimo caso di malasanità. E’ accaduto all’ospedale Perrino di Brindisi dove la signora mesagnese fu portata con codice rosso la sera del 31 maggio. Da quel giorno un’odissea e un braccio che ancora non riesce ad alzare. “Vorrei almeno capire cosa mi è successo”, dice amareggiata e arrabbiata. Visite, radiografie, controlli, terapie. “Ho speso un sacco di soldi di tasca mia che non ho” aggiunge mortificata.
Il fatto. Poco prima di mezzanotte del 31 maggio Elia a bordo della sua Fiat Panda, probabilmente per un colpo di sonno, uscì fuori strada su via Torre S. Susanna. L’utilitaria si ribaltò e il braccio restò incastrato sotto le lamiere. Fu trasportata al Pronto Soccorso del Perrino dall’ambulanza del 118. “Sette ore di attesa. Poi mi applicarono una fasciatura. Mi dissero avevo solo una leggera contusione. Torna tra 10 giorni e per cambiare fasciatura mi dissero”. E la licenziarono. Elia tornò a casa dove durante la notte il braccio gonfiò e si annerì. La notte stessa tornò al Pronto Soccorso: altre 12 ore di attesa. “Mi portarono in reparto per sentirmi dire: ma chi ti ha fatto questa fasciatura. Lessero il referto, videro la radiografia fatta durante la notte e notarono che c’era una microfrattura. Decisero di ingessarmi il braccio. Torna il 21 giugno per togliere l’ingessatura, mi dissero. Tornai con il braccio che era nero, mi strapparono il gesso e a quel punto mi parlarono di lussazione. A quel punto non capivo più nulla: contusione, microfrattura, lussazione. Mi dissero di fare fisioterapia. Mi recai in uno studio privato dove il medico mi disse: ma come con una lussazione ti ingessano il braccio? Ultimamente mi sono recata presso il Direttore Sanitario del Perrino per denunciare quanto mi è accaduto. Mi ha risposto: cosa vuole da me, da quello che leggo i medici hanno lavorato bene, il braccio sta bene. Ma non è così. Non posso nemmeno fare le faccende casalinghe. Non è giusto che accada questo: anche mio padre venuto a mancare per un caso di malasanità, il sangue mi bolle. Nella sanità pubblica giocano con la vita delle persone. Il Direttore Sanitario mi ha detto anche che da quello che leggeva avevo avuto una lussazione al polso ed una microfrattura al gomito. La quarta diagnosi leggendo gli stessi documenti. Non voglio essere risarcita ma voglio denunciare quanto accede nei nostri ospedali”.
ma la Sanità pugliese è in grande salute, lo sarà ancora di più dopo che avremo chiuso altri 45 ospedali e chi lo nega è un disfattista. Trasferiamoci tutti nel Pronto Soccorso dell’Ospedale Perrino anzi, prendiamoci proprio la residenza, che c’è spazio per tutti. Facciamo definitivamente contenti la signora Merkel e Mario Draghi.
Purtroppo si verificano molti errori sanitari dovuti anche alle poche risorse che hanno a disposizione le strutture.