In questi giorni è ampio il dibattito sulla formazione delle nuove province, ma soprattutto sulla scomparsa di quelle storiche. Non si sa il perché a farle è il governo tecnico del presidente Mario Monti, composto da professori che hanno studiato non solo economia, ma anche “tradizioni popolari” e “sociologia”. Tutto ciò presenta grosse criticità come è accaduto sulla Riforma delle pensioni, sulla sanità e sullo spending review.
Le priorità in momenti di crisi e di recessioni, sono nel favorire i consumi più che effettuare tagli reali che aumentano lo stato d’ansia dei cittadini e dei pensionati, i quali non riescono ad arrivare alla fine della seconda settimana del mese.
Il governo ha dimostrato molta capacità e prestigio, ma anche molte perplessità, soprattutto, in politica interna non favorendo politiche a favore delle fasce più deboli, anziani, persone non autosufficienti e dei giovani senza occupazione . Le criticità sono sullo spread; si è ridotta la fiducia nell’investire per il nostro territorio: i turisti preferiscono le spiagge d’Ibiza a quelle di Rimini e delle coste Pugliesi. Non s’intendono risolvere le emergenze, ma si pensa a sottrarre l’amore e la dignità di essere cittadino d’appartenenza.
La riforma va salvaguardata nell’ambito del percorso storico e la Provincia di Brindisi è ricca nel suo vissuto, anche come terra del “Grande Salento”.
La scomparsa della provincia di Brindisi è assurda. Il suo percorso storico è invidiabile; è l’unica città italiana dopo Roma a vantare di essere stata capitale d’Italia, pure se per un breve periodo. Il governo tecnico di Monti non valuta ciò; ma intende tagliare e far pagare di più in futuro. Lo spending review è revisione e non tagli alla spesa. Il processo di riordino delle Provincie va avviato con norme e tempi logici di coinvolgimento territoriale e di rappresentanza e non causando una diminuzione dei servizi essenziali nel territorio o provocando la chiusura di molte scuole oppure mandando in tilt i conti dello Stato. Dove andranno i servizi della Provincia di Brindisi? Come riusciranno i pensionati dei territori in disagio a spostarsi in altre località? Penso alla dislocazione degli archivi di Stato, della prefettura, dell’Ufficio delle Entrate o dell’INPS, del provveditorato agli Studi e delle scuole e università ? Eppure Brindisi, città di origine cretese-micenea , amata dai Messapi e (Brundisium – nome utilizzato) dai Romani e a fine monarchia dei Savoia sede dell’ultimo re d’Italia, potrebbe riprendere “il posto che le compete nella storia d’Italia, …… non … piombare nelle tenebre della notte”. Lo stemma e il gonfalone furono concessi dal re Vittorio Emanuele III e lo Stemma ha “d’azzurro, alla testa di cervo al naturale, posta in maestà, accompagnata in punta dalla parola BRVN”. I pensionati che hanno vissuto il cambiamento, riconoscono alla provincia di Brindisi, il peso dell’industria, la crescita del settore terziario, il significativo aumento del turismo e la buona dotazione infrastrutturale rispetto al resto del Mezzogiorno. La Uil pensionati di Brindisi crede al Piano strategico dell’Area Vasta Brindisina nel settembre 2007, dove si prevedono numerosi interventi nel campo dell’economia e dello sviluppo, in quello della cultura e del welfare, dell’ambiente e del territorio e nel campo della mobilità e dei trasporti. Secondo la Uil pensionati di Brindisi occorre pensare al grande progetto della Regione del “Grande Salento”, il quale dovrà traguardare nell’indispensabile integrazione tra le potenzialità e le specificità delle tre province di Brindisi, Taranto e Lecce e non a una maxi Provincia inutile e senza poteri. Ciò favorirà la crescita e lo sviluppo salvaguardando il territorio, rilanciando l’aeroporto nel turismo e nelle attività commerciali, sviluppando gli investimenti che possono garantirne l’attività produttiva, l’accrescimento dei livelli occupazionali e la compatibilità con l’ambiente e la salute dei lavoratori e dei cittadini. Il Piano della Crescita (Growth compact) non chiede il Fiscal compact e l’abolizione delle province, perché Brindisi ha un vissuto storico, ma vuole per la provincia di Brindisi “l’individuazione di congrue risorse economiche che siano destinate a favorire lo sviluppo e l’aggregazione di aziende, a sostenere i processi d’innovazione di prodotto e di ciclo produttivo, d’investire nella formazione sia dei lavoratori sia degli stessi imprenditori per elevare la qualità gestionale ma anche la competitività gestionale d’impresa. Il nostro Welfare chiede alle Istituzioni responsabilità sociale e non dislocazione di province, ma risoluzione delle emergenze sostenendo i pilastri dell’economia di sempre: Lavoro – crescita – ricerca – occupazione.