Partito Democratico ai ferri corti. Ieri sera l’incontro del consiglio direttivo è stato sospeso per rissa. Prima parole grosse, poi si è passati ai fatti: spintoni, imprecazioni, parolacce, minacce. Cose mai viste. Inaudite tra animi ingiustificabilmente accesi. La riunione è stata prima sospesa e poi rinviata a lunedì. Sempre che gli animi si siano placati. “Aspettiamo qualche giorno”, ha detto il giovane segretario Alessandro De Nitto, interpellato telefonicamente.
Un pessimo esempio per i giovani del partito e per De Nitto in particolare che, nell’occasione, ha mostrato grande senso di responsabilità e buon senso che è mancato ai più esperti compagni di partito. “Sono cose che non dovrebbero mai accadere in un partito – ha dichiarato -. Facciamo passare qualche giorno in attesa che gli animi si calmino. La discussione era appena iniziata ed è successo il finimondo; non ho capito cosa ha acceso il dibattito perché quando si parla ad alta voce, quando si grida, non si capisce più nulla. Torneremo nel partito per valutare cosa hanno deciso i partiti della coalizione”.
Più o meno quanto aveva sostenuto il consigliere comunale Fabrizio De Leo contro il quale avrebbe inveito usando parole grosse l’assessore Alessandro Pastore. “Non è questo il modo di discutere – ha detto amareggiato De Leo, già segretario dei Ds e assessore -. Si possono anche avere opinioni diverse, ma il confronto deve essere civile e non deve male travalicare il limite della buona educazione”.
La discussione si sarebbe accesa subito dopo le comunicazioni fatte dal sindaco Franco Scoditti che ha relazionato sui risultati degli incontri tenuti con i partner del centrosinistra ed ha proposto di sostituire il dimissionario Montanaro con l’avv. Rosanna Saracino . Poi ha aggiunto: “La nostra proposta di azzeramento è stata respinta per cui dobbiamo modificare il progetto che ci eravamo dati”. Nel dibattito è intervenuto Vito Marchionna che ha accusato il primo cittadino di non aver saputo portare avanti quanto deliberato dal partito: ossia l’azzeramento totale dell’esecutivo e la sostituzione di tutti gli assessori. Cioè non solo la sostituzione del dimissionario Vincenzo Montanaro, ma anche dell’assessore Alessandro Pastore e dell’intero esecutivo.
Proposta che, però, non era stata accettata dai due partiti della coalizione, “Noi Centro per Ferrarese” e Sinistra Unita, come abbiamo riportato nell’edizione di ieri. “Se volete cambiare i vostri assessori – hanno detto Luigi Vizzino e Cosimo Scalera, per Noi Centro e Sinistra Unita – sono fatti vostri. Fate pure. Noi non intendiamo cambiare la nostra squadra di governo”.
Una posizione rigida, ferrea, intransigente. Ed avrebbero aggiunto: “Se volete fare la crisi, avanti pure. Sarete voi ad assumervi la responsabilità: dovrete spiegare ai mesagnesi perché dobbiamo andare alle elezioni anticipate e perché volete defenestrare il vostro Sindaco del Partito Democratico”. Per Francesca Riccio, dirigente del partito, “Il problema è che si sono vergognate pure le mattonelle della stanza per il solo fatto di essere state incollate lì e non altrove”.
Il segretario Alessandro De Nitto cerca di spegnere il fuoco e, saggiamente, non si è sottratto telefonicamente, di dare una serena valutazione dell’accaduto. Sindaco ed assessore Pastore, invece, si sono sottratti. Eppure sarebbero stati proprio loro ad accendere lo scontro inveendo contro il dirigente Vito Marchionna che aveva usato dure parole di critica sul loro operato. Marchionna per fortuna è stato sottratto allo scontro. Ma ha deciso di querelare i due amministratori. Nella foto, Vito Marchionna.