È oramai chiaro che per il Sindaco Scoditti tutta la cultura è limitata e circoscrivibile a “quattro mura”! E’ quello che si percepisce dalle parole trionfalistiche del Sindaco con l’espressione “casa della cultura”, che riecheggiano come una beffa per quanti, in questi anni di amministrazione targata Scoditti, hanno esortato il Sindaco e la sua giunta, ad operare per preservare e promuovere la vera tradizione culturale del nostro paese. E così, mentre scorrono inesorabili le immagini nella memoria di tanti – cittadini mesagnesi e turisti (pochi) – di siti archeologici, artistici, monumentali devastati, abbandonati, contesi, umiliati, si alza il calice di un vino scialbo che ha il retrogusto amaro dell’ennesimo annuncio elettorale. Una campagna che questa giunta ha già inaugurato sotto i peggiori auspici, perché fatta di exploit fantasiosi e subdoli, che mal si conciliano con lo scenario desolante che lasciano alle spalle.
Ora, dunque, alla fine della consiliatura, il Sindaco “sognatore” che per anni ha ignorato o quasi le istanze delle associazioni, abbandonandole a se stesse, e caricandole del peso di sostenere con le proprie iniziative i pochi momenti culturali realizzati nel nostro paese, con una diffidente tempestività, decide di realizzare il grande “sogno culturale” di assegnare una stanza alle associazioni all’interno dell’ex tribunale, con criteri selettivi ancora ignoti. Vi è già chi parla di un toto assegnazioni, e le malelingue sono già pronte a giurare che sicuramente non sarà un criterio meritocratico. Il rammarico è tanto, e si accresce se si considera, che questa chimera “casa della cultura”, nascerà proprio in un luogo che è l’ennesimo simbolo del fallimento della giunta Scoditti, che questa amministrazione, ha lasciato impunemente alle sue sorti, così come lo storico Ospedale di Mesagne, o l’ufficio del giudice di Pace, che nelle previsioni iniziali doveva essere destinato proprio all’ex tribunale, al fine di salvaguardare uno degli ultimi presidi di legalità. Ma ciò non è stato possibile perché – a dire del Sindaco – erano tanti i costi di gestione, o forse perché non vi era una reale volontà di farlo e stando alle dichiarazioni di oggi, i progetti per l’ex tribunale erano ben altri. Se ciò non fosse vero, dovrebbe, questa amministrazione, spiegare alla città come intende sostenere i costi di gestione per questo progetto? Come sostenere una eventuale ristrutturazione? Forse attraverso il contributo economico delle associazioni che sopravvivono già di autotassazione? E come ignorare poi, l’aspetto deprecabile che, ancora una volta, si ricorra a consulenti esterni, nonostante la nutrita squadra di architetti e ingegneri già dipendenti comunali e dunque retribuiti dai cittadini? probabilmente tutto finirà per essere a carico dei “generosi introiti” derivanti dalla supertassazione subita dai cittadini negli ultimi due anni, applicata con criteri sciagurati e iniqui, che verrà dunque utilizzata per finanziare non iniziative serie per la città ma per la propaganda elettorale della giunta Scoditti.
Nota di ProgettiAmo Mesagne sulla Casa della Cultura
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