(di Giancarlos Stellini) All’inizio del 2013, casualmente parlando con Mario Cutrì, scopro che Ubaldo Lay, il famoso attore degli anni ‘60 e ‘70 che impersonava il leggendario tenente Sheridan della mia infanzia – qui a Mesagne – non solo vi aveva vissuto subito dopo la ritirata dal fronte jugoslavo, ma a Mesagne Lay si era sposato, aveva avuto due figlie; ogni estate amava trascorrere a Mesagne le vacanze con la sua famiglia e che alla fine dei suoi giorni nel 1983 vi era stato anche seppellito nel piccolo cimitero che sorge alle porte della città lungo la strada che porta a Brindisi, proprio a due passi da dove io abito da oltre cinque anni! Fu così che decisi di aderire ad un progetto sulla memoria dei luoghi diretto dalla Coop. Thalassia di Brindisi e curato da Francesco Niccolini e Fabrizio Pugliese scegliendo come materiale per una storia da raccontare proprio quella di Ubaldo Lay, che come me a Mesagne vi era capitato un po’ per caso e che alla fine aveva messo su famiglia ripartendo da zero subito dopo gli anni terribili della guerra. E fu così che dopo varie ricerche, qualche intervista e le prime stesure nate durante il laboratorio di Memorie Minerali è nato “Ubaldo Lay. Il buon tenente”. Un omaggio a Ubaldo Lay, ma soprattutto un omaggio alla memoria intesa come collante universale per mantenere un contatto col mondo, con la storia, con il proprio divenire in un ambiente che tutto divora e che ci lascia sempre più attoniti e disincantati.
Un racconto per la radio come mi piace definirlo nel sottotitolo. Quella radio degli anni della guerra, subito dopo l’8 settembre che proprio a Bari ha fatto da trampolino di lancio per Ubaldo Lay e alla sua carriera di attore. Il racconto è una intervista immaginaria a Lay (interpretato da me stesso) e ambientata in un improbabile studio di una radio privata, con un conduttore un po’ nevrastenico e di vecchio stampo (Mario Cutrì che nella vita è stato anche amico di Lay e della sua famiglia) e sullo sfondo un giovane assistente di studio (Tony Bottazzo) svogliato, maldestro e irriverente che si fa beffe di un personaggio e che a suo modo di vedere lui non riconosce perché “a quei tempi lui non era manco nato”.
Lo spettacolo “Ubaldo Lay. Il buon tenente” sotto forma di reading va in scena al Teatro Comunale di Mesagne mercoledì 18 dicembre alle ore 18,30 e rientra in un programma che prevede anche una piccola mostra documentaria dedicata completamente alla figura di Ubaldo Lay che vedrà la partecipazione del Sindaco Franco Scoditti, dell’assessora Maria de Guido, del presidente del Lions Club Roberto Facecchia e la gentile partecipazione alla serata della signora Eleonora Bussa figlia di Ubaldo Lay.
La Rai sarà presente con la redazione del TGR per un servizio con il giornalista Vincenzo Del Vecchio della redazione di Bari.
Oggi a Mesagne Ubaldo Lay, un viaggio nella memoria
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Ricordo con piacere quegli sceneggiati, forse anche perchè in quegli anni ne avevo circa 10. Sperando di non passare per “regionalista”, mi ha sempre incuriosito sapere se Lay fosse di (magari lontane) origini sarde. Da noi, infatti, esiste sia il cognome “Lay” che “Lai.” Strano poi che Bussa avesse scelto come nome d’arte proprio un cognome delle nostre parti. A parte questo, penso che un detective in fondo misurato ma sagace come il vecchio Sheridan sarebbe ancora godibile ed interessante. I supermen sono roba da ragazzini, peraltro poco intelligenti. Niente male anche l’idea dell’intervista immaginaria: lo spettacolo… mi piacerebbe proprio… Leggi di più »
No. Da quanto mi risulta avendo contattato i parenti Lay non ha mai rappresentato quello spettacolo in Sardegna. Cordialità