Tra le polemiche (numerose) e qualche pericolo per gli operatori addetti al controllo, i mesagnesi stanno “assorbendo” il dover pagare il parcheggio se vogliono sostare con le loro auto. Molti, in verità, hanno cominciato a capire che è preferibile lasciare a casa l’auto: è un beneficio per loro e per l’ambiente. Certo, dicevamo, non mancano le polemiche. Molte pretestuose, in verità, anche se dispiace essere trattati da figli e figliastri. Come, per esempio, nel vedere nei pressi del castello tanti parcheggi “privati”. L’altro giorno in occasione del Consiglio comunale, che come è noto si tiene nell’auditorium del castello, la zona parcheggio riservato è quella che vediamo nella foto. Non solo. Ci sarebbero altri privilegi. Come quello di salire controsenso vico Dei Venereo per entrare in piazza Orsini del Balzo. Quasi ogni mattina il paletto situato all’ingresso della piazza, che di solito si toglie solo in occasione del passaggio delle processioni, si trova a terra o appoggiato al muretto della chiesa di Sant’Anna. Che Mesagne sia “Città Mariana” lo sapevamo tutti, ma che ogni giorno ci sia una processione non ci risulta.
Parcheggi e abusi
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La sentenza n. 116 del 9 gennaio 2007, che dice: “Parcheggi a pagamento: multe nulle se in zona mancano aree di sosta gratuita”. D’altronde, l’art. 7, comma 8 del codice della strada stabilisce: “Qualora il comune assuma l’esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l’installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta di cui al comma 1, lettera f, su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia, o senza dispositivi di controllo di durata della sosta”.