Il dott. Giovanni Leucci, geofisico del Cnr-Iban di Lecce, ieri a Palazzo Piazzo ha illustrato il dissesto del centro storico di Mesagne con la sintesi dei risultati e dell’indagine geofisica che ha effettuato. All’incontro erano presenti il vice sindaco Giancarlo Canuto, l’assessore all’Urbanistica e Centro storico, Rosanna Saracino, consiglieri comunali, tecnici e residenti del centro storico. L’intervento del geofisico leccese è stato preceduto da un’analisi del vice sindaco Canuto che ha seguito giorno per giorno, come assessore ai Lavori Pubblici, l’intera vicenda. Canuto ha fatto un excursus di quella che i tecnici hanno definito “mini dissesto” provocato da una perdita di acqua dalla rete idrica in via Eugenio Santacesaria e di come il Comune ha gestito questa difficile fase. Ha ricordato le ordinanze di sgombero di 14 nuclei familiari e di come in questi giorni si può considerare chiusa l’emergenza.
“Oggi tutti potranno rientrare nelle proprie abitazioni – ha detto Canuto -. Sette famiglie sono rientrate la scorsa settimana, otto questa mattina. Ai tecnici del Comune si sono aggiunte le competenze dei tecnici del Cnr di Lecce che già conoscevano in quanto avevano lavorato sul territorio di Mesagne nel 1999. Inoltre la Protezione Civile ha messo a disposizione i tecnici del Cnr-Irpi di Bari. Ai due istituti di ricerca il Comune ha affiancato la professionalità dell’arch. Savino Martucci, già responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Mesagne”. Tutto a spese delle casse comunali che hanno dovuto impegnare circa 20 mila euro per ospitare in strutture pubbliche i nuclei familiari e circa 10 mila euro di spese per i tecnici. “Ma grazie a questi studi abbiamo finalmente capito cosa è successo nel sottosuolo – ha aggiunto il vice sindaco Canuto -. Uno studio molto approfondito che sarà utile per una eventuale controversia con l’Acquedotto Pugliese e che resterà a disposizione della città. Infatti sarà subito messo on-line sul sito comunale perché sia a disposizione di forze politiche, tecnici e cittadini”. “Per fare le ordinanze di rientro – ha continuato – dovevamo sostenerle con motivazioni tecnico-scientifiche le più attendibili possibili. Non era sufficiente il buon senso, la prassi consolidata. Per questo ci siamo rivolti al Cnr di Lecce che ha effettuato due riscontri: il primo nei giorni immediatamente successivi al dissesto e un altro un mese dopo. Da queste indagini è emerso che la stabilizzazione del sottosuolo tanto attesa si è realmente ottenuta. Un risultato che ha tranquillizzato tutti. Purtroppo non avremo risarcimenti delle spese sostenute in quanto la Protezione Civile non ritiene che quanto è accaduto a Mesagne sia da considerare una emergenza. Questo è l’aspetto negativo della vicenda che, però, ha un rovescio della medaglia positivo perché è stato scongiurato quello che temevamo e che si fosse trattato di un grave dissesto che rischiava di compromettere il futuro del centro storico di Mesagne”.
Le famiglie che abitano in case che hanno avuto lievi danni a pavimenti e pareti hanno avuto l’ordinanza di rientro con prescrizione, nel senso che dovranno fare i mini interventi richiesti. Dove la situazione è più compromessa, i proprietari dovranno presentare un progetto di messa in sicurezza delle abitazioni da presentare all’ufficio Urbanistica del Comune.
Venerdì a bari si riunisce l’Autorità Idrica regionale della quale fa parte il sindaco Scoditti. In quella occasione si discuterà della promessa fatta dall’Aqp di intervenire radicalmente sulla rete idrica-fognante del centro storico di Mesagne vecchia di un secolo ed ormai insufficiente.
Presentata a Palazzo Piazzo l’indagine geo-fisica del centro storico
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