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Sabrina sognava una lunga estate: al mare la mattina e in villa comunale la sera. Come tutti i suoi coetanei. Ma l’estate 2012 sarà diversa. Purtroppo. O, forse, sarà la sua bella estate della sua vita. Perché vive.
Nel frattempo sta cercando di dimenticare. E di dormire. Le sono amorevolmente al fianco papà Marcello, la mamma Doriana e il fidanzatino Mortasa con il quale, al momento dello scoppio, stava parlando telefonicamente. Dice Mortasa: “Le stavo augurando una buona giornata, come ogni mattino”.
Per Sadrina Ribezzi, 17 anni, una delle ferite di quel tragico 19 maggio quando dinanzi alla scuola Morvillo di Brindisi una mano omicida ha distrutto i sogni di Melissa Bassi e gettato nello sconforto più grande tante famiglie, tornare a casa dopo 35 giorni è stato un sogno. Un mese passato in rianimazione, poi una settimana in reparto e, finalmente, l’ok dei sanitari per tornare a casa.
Sabrina nasconde i traumi sul corpo di quel tragico mattino. Ma non più di tanto. “E’ meglio guardare in faccia la realtà – dice con un filo di voce -. Qualunque essa sia. L’importante è che sia tornata a casa, a vivere”. Papà Marcello e mamma Doriana la guardano, la coccolano. La loro Sabrina è fuori pericolo.
Marcello vorrebbe parlare, dire molte cose. Ma preferisce evitare, starsene zitto. Il momento è particolare, molto delicato, e potrebbe essere frainteso. E poi c’è il rispetto per Melissa e per Veronica Capodieci che è ancora in ospedale a Pisa dove sta combattendo una difficile battaglia. “Forza Veronica”. Molte cose che si sono dette e scritte non corrisponderebbero alla realtà che la famiglia Ribezzi ha visto in oltre un mese di pellegrinaggio in ospedale a Brindisi. “Voglio ringraziare il vice sindaco di Brindisi, Paola Baldassarre, il sindaco Mimmo Consales. Sono venuti tante volte per chiederci come stava la ragazza, di cosa potevamo avere bisogno, per portarci un saluto, una stretta di mano – dice Marcello – La solidarietà non si sbandiera, soprattutto quando non seguita da fatti concreti. Troppe parole sono state dette, in televisione e sui giornali. Ringrazio anche i professori di Sabrina e i suoi compagni di scuola che sono venuti in ospedale tante volte a trovarla ed incoraggiarla”.
Le famiglie dei feriti sinora hanno ricevuto dal Comune un aiuto economico di mille euro. Marcello non sta lavorando ma lo scorso 20 giugno ha dovuto pagare l’Imu. La situazione è difficile. Un maggiore aiuto dallo Stato, e quindi da chi lo rappresenta sul territorio, se lo sarebbero aspettato. Ma non vuole fare polemiche anche se teme che dopo l’iniziale clamore e dopo che saranno spenti i riflettori, la sua ragazza sia lasciata sola. L’avvocato Mauro Resta, legale di famiglia, riporta il discorso su altri canali anche perché Sabrina è distratta dai suoi pensieri che volano lontano. “A mare andrò di sera o nel tardo pomeriggio – dice -. Nelle mie condizioni i raggi solari non mi aiutano a guarire”.
Parla poco, a sillabe, sollecitata da Mortasa che da 35 giorni vive solo per lei.
Il braccio destra e le gambe ustionate, ha subito cinque interventi chirurgici e da settembre ne farà altri anche per ricostruirle l’udito dell’orecchio destro. Per fortuna non ha subito fratture ed il viso non è stato danneggiato. E tornerà bella come e più di prima. Sorride. Un miracolo. “L’anno prossimo tornerò a scuola per l’ultimo anno – dice – . Non si aspetta regali da nessuno e voglio maturarmi con le mie forze per iscrivermi a Brindisi alla scuola per infermiere professionali. Da sempre ho sognato di fare l’infermiera,ma dopo questa vicenda ho capito che avevo scelto giusto e sono ancora più determinata”. Finalmente parla. Hai mai pensato a quel pazzo. “Qualche volta”. E gira la testa dall’altra parte. Vuole dimenticare. “Voleva fare qualcosa di eclatante e, purtroppo, è riuscito nel suo intenti. Ma non è un pazzo. Voleva risonanza e l’ha ottenuta”.
Quel giorno Sabrina non sarebbe entrata in classe. Lo confessa per la prima volta. “In verità nessuno di noi sarebbe andata a scuola perché il programma era oramai finito. Saremmo state in giro in Brindisi. Del resto era sabato”. Sabrina ride, ride. Il miracolo della vita.